In due giornate la provincia di Avellino ha avuto la possibilità di apprendere che cosa le politiche nazionali abbiano in mente per il suo destino. Le dichiarazioni del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e della responsabile della cabina di regia Benessere Italia presso la presidenza del consiglio, Filomena Maggino, hanno consegnato materiali di indubbio interesse che, anche al di là del loro contenuto, hanno posto un interrogativo inquietante: mentre il governo centrale pone il Mezzogiorno al centro dei suoi programmi di ripresa dall’emergenza Covid-19, che cosa pensa di sé l’Irpinia che del Meridione è parte significativa e per molti versi emblematica?
Secondo l’associazione “Controvento”, la risposta è: niente. Niente perché nella confusa fase che questa terra sta vivendo non c’è un brandello di idea con cui affrontare il futuro prossimo venturo. I tanti e troppi candidati che si affannano per conquistare una posizione nella griglia di partenza delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre appaiono totalmente presi dall’ansia di essere della partita: ma con quali programmi, con quali progetti, con quali intenzioni, con quali propositi non si sa e loro non sanno.
Non mostrano di sapere che ruolo l’Irpinia immaginano possa avere nella Campania del dopo Covid-19. Non dicono nulla sulla necessità di attrezzare un nuovo schema di sanità che sia davvero territoriale, sull’opportunità di dotare il territorio di adeguati servizi di cura alla persona, sull’impellenza di avere infrastrutture materiali e immateriali che diano dignità al risiedere in Irpinia, sull’urgenza di incentivare presenze produttive che abbiano una prospettiva di occupazione, di sviluppo, di crescita, sulla priorità da conferire a una diversa strategia di tutela ambientale e del territorio. Non fanno sapere che cosa intendano fare per riaprire le scuole, i teatri, i luoghi della cultura e dell’apprendimento. Totalmente impegnati nelle loro inutili battaglie di coalizione e di partito, non rappresentano alla provincia che dovrà giudicarli quale visone abbiano dell’Irpinia.
Ciò non denuncia un dato di novità. Acuisce, invece, un elemento di gravità nel momento in cui ogni azione per l’Italia, il Sud, l’Irpinia dovrà inevitabilmente scaturire da un impegno di progettazione, con alle spalle un lavoro di definizione di un’idea. Che non si vede, che non c’è e che nella prossima campagna elettorale rischia di delineare come la grande assente. Per l’Irpinia sarebbe un ulteriore dramma. E per questo motivo l’associazione “Controvento” richiama a uno sforzo forse tardivo ma comunque obbligato.
Associazione”CONTROVENTO”AVELLINO