Capelli: come scegliere prodotti che rispettano l’ambiente

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Ai tempi di Greta Thumberg i consumatori hanno richiesto un cambiamento di rotta e le aziende cosmetiche si sono adeguate anche per quanto riguarda i prodotti per capelli. Così vengono proposti shampoo, balsami & Co. innovativi, efficaci e con un basso impatto ambientale. La scelta è ampia: scopri con noi le risorse green che fanno belli i capelli nel 2020.

Lavare i capelli: meno bolle, più dolcezza
In principio c’erano solo SLS e SLES (sodium lauryl sulfate e sodium laureth sulfate): «Tensioattivi anionici che fanno tanta schiuma, fin troppo efficienti nello sgrassare: peccato che impoveriscano il mantello idrolipidico del cuoio capelluto», spiega il cosmetologo Umberto Borellini, docente presso vari atenei. «Inoltre rendono i capelli elettrici. Gli oli invece (come il glyceryl cocoate o il glyceryl oleate) lavano per affinità con il sebo cutaneo e lasciano i capelli setosi e la cute morbida». Unico neo: non sono sempre pratici, soprattutto se si hanno tanti capelli o se sono lunghi.

Altro agente lavante poco aggressivo è un derivato della betaina (cocamidopropyl betaine): «È un tensioattivo anfotero, perciò neutro: fa poca schiuma, ma deterge delicatamente e non carica i capelli di elettricità», sottolinea l’esperto.

Alcune case cosmetiche specializzate hanno poi messo a punto formule che non solo usano tensioattivi di origine vegetale, ma hanno fatto della sostenibilità un valore a 360°. «La biodegradabilità è al 98,2%, le materie prime sono naturali al 100%, la riciclabilità dei flaconi di A Single Shampoo è totale, con meno plastica e di origine vegetale», dice Laura Luciani, direttore scientifico di Davines.

Alcuni brand (N.A.E., Lush), invece, hanno puntato ad azzerare il packaging, o quasi, rendendo gli shampoo solidi, da passare sulle chiome bagnate: in più non danno problemi nel bagaglio a mano in aereo e sono pratici nei borsoni della palestra.

Nutrire i capelli: i balsami e le maschere a base vegetale e bio
Per districare i capelli dopo il lavaggio i balsami hanno sempre proposto un cocktail di emollienti e filmogeni di sintesi (tra cui i siliconi) e attivi naturali in quantità minime. Ora le proporzioni si invertono: più cere e oli vegetali nutrienti e condizionanti, pochi agenti antistatici.

Un’attenzione che vale soprattutto per i balsami senza risciacquo: «Poiché restano sulle chiome fino al lavaggio successivo, meglio evitare sostanze che, alla lunga, irritano», sottolinea il cosmetologo Borellini. Ecco allora che oli vegetali bio come quello di lino, di cocco, di argan, ma anche il burro di karité, prevalgono sui grassi sintetici e sui siliconi.

Sempre utili le maschere: aiutano le squame a restare chiuse, colmano i piccoli “buchi” che si creano sul fusto, mantengono le lunghezze elastiche, prevenendo la rottura. Le più green mettono in primo piano estratti vegetali nutrienti e lucidanti: «lino, babassù, cocco, soia, cartamo per ricompattare la fibra capillare disidratata. Insieme alle cere inguainano il fusto, riducendo il rischio di rottura e doppie punte; pantenolo e vitamina E fortificano e agenti cationici riducono l’elettricità dei capelli, che così non si arruffano», spiega l’esperto.

Quanti prodotti, però… E se la sostenibilità passasse anche dalla semplificazione? Ecco allora sbarcare i prodotti polivalenti, che si trasformano da balsami a maschere a trattamenti, grazie alla presenza significativa di oli vegetali, resi poco untuosi dalla tecnologia. E siliconi banditi (per il loro impatto sull’ecosistema acquatico).

Colorare i capelli: le nuove tinte vegetali
In principio c’era l’henné e l’impacco si teneva in posa per ore. Fermo restando che questa opzione è sempre disponibile, esistono diversi modi di colorare i capelli e far loro, al tempo stesso, del bene senza inquinare. Puoi intensificare o dare riflessi alla tinta esistente, coprendo facilmente a casa i primi capelli bianchi con prodotti 100% green.

«Le colorazioni naturali si differenziano dalle tinture chimiche perché non penetrano nella struttura del capello, quindi non ne danneggiano la fibra», dice Fabio Marchina, hair stylist titolare dell’omonimo salone di Milano. «I pigmenti vegetali ricoprono il fusto, rendendolo più resistente. A seconda delle sfumature e delle piante utilizzate, hanno proprietà idratanti, ma anche lenitive o purificanti, mentre tutte danno capelli lucenti, morbidi e corposi».

Ecco perché, al cambio di stagione, un ciclo di colorazione 100% naturale (in salone) aiuta non solo chi vuole valorizzare la propria nuance naturale, ma anche chi, in genere, opta per le colorazioni chimiche e in primavera mostra chiome stressate e fragili. «A base di piante come henné, mallo di noce, curcuma e zafferano, nascondono i primi capelli bianchi senza aggredire, permettendo alle chiome di ritrovare lucentezza», sottolinea Marchina. Altro vantaggio di non poco conto è la stabilità del colore, che, contrariamente all’henné puro, scaricando nel corso delle settimane, non vira. Niente striature verdastre o tonalità carota, ma un lento sbiadire del riflesso.

Lenire le irritazioni del cuoio capelluto: un aiuto dai prebiotici
Con l’inquinamento delle grandi città, è cresciuta di pari passo anche la sensibilità del cuoio capelluto che, esposto a polveri, smog e metalli pesanti, reagisce con rossore, desquamazione e prurito. Molto si può fare anche su un fronte di cui si sente parlare sempre più: il microbioma, la comunità microbica che convive con noi sulla pelle e nell’intestino, una sorta di ecosistema personale.

«I capelli andrebbero lavati tutti i giorni con prodotti con un pH non superiore a 5 per non aggredire i batteri del microbioma, che mantengono in salute il cuoio capelluto e i capelli», rammenta il professor Fabio Rinaldi, dermatologo e responsabile della ricerca Hmap. Gli shampoo e i trattamenti post detersione arricchiti di prebiotici che preservano il microbioma del cuoio capelluto e di polifenoli protettivi, fanno del tuo ecosistema un mondo più sano ed equilibrato. Ecco dunque la lozione protettiva che, applicata sul cuoio capelluto, mette in campo i preziosi fermenti, riducendo così infiammazione e fastidi.

Perfeziona il look col natural styling

I prodotti per lo styling non sono mai stati molto “verdi”. Oggi però le performance delle cere e degli oli naturali rivaleggiano con i loro omologhi di sintesi: quinoa e riso aiutano la definizione delle ciocche, l’olio di cocco lucida, il sale forma le beach waves con le sue ondulazioni naturali, le proteine di quinoa e lupini mimano la cheratina fisiologica del capello, l’estratto di malva è filmogeno e protegge dal calore dell’asciuga-capelli… Ancora non è facile trovare un ampio assortimento, ma qualcosa già c’è.

Per risparmiare risorse

Sostenibilità significa anche contenere i consumi: meno acqua, meno elettricità, ricordando che le risorse non sono inesauribili. In questa direzione vanno soluzioni come lo shampoo secco, che grazie a polveri assorbenti da distribuire sulle radici e poi da spazzolare via dopo un paio di minuti, consente di rimandare di un giorno il lavaggio vero e proprio. I più ecorispettosi fanno a meno della bomboletta spray e si spargono il prodotto da un flacone-dispenser ultrasostenibile.

Anche utilizzare asciugacapelli dalle tecnologie innovative significa risparmiare risorse. Grazie a motori che creano un flusso d’aria concentrato e potente (viaggia a 120 km all’ora) e a beccucci che sfruttano i principi aerodinamici per controllare la direzione e la temperatura dell’aria, questi device riducono sensibilmente i tempi di asciugatura, oltre a dare capelli brillanti (per la presenza di ioni negativi) e poco bisognosi di ulteriori interventi.

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Articolo pubblicato sul n. 13 di Starbene in edicola e nella app dal 10 marzo 2020




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