Sidigas, la Cassazione riapre il caso sequeetri. I magistrati della Terza Sezione della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio ad una nuova Sezione del Tribunale di Avellino, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Olindo Preziosi e Valerio Freda, l’ordinanza del Tribunale del Riesame avellinese in relazione alla richiesta di sequestro dei beni aziendali della Sidigas, che aveva di fatto ritenuto valida la scelta fino a quel momento portata avanti dalla Procura della Repubblica di Avellino, che si era limitata a sequestrare per equivalente i beni personali dell’indagato.
In sintesi la difesa di De Cesare ha sempre sostenuto che il provvedimento originario emesso dal Gip Marcello Rotondi, relativo a un importo di circa 46 milioni, doveva essere eseguito principalmente sui beni societari e, in caso di insufficienza, sui beni personali di De Cesare. Tuttavia, la Procura ha sequestrato direttamente i beni personali, lasciando senza vincoli gasdotti e altri beni societari. La situazione è diventata più chiara quando la difesa ha ottenuto il dissequestro parziale per estinzione del debito tributario di una somma pari a 19 milioni di euro, e ha chiesto alla Procura di eseguire il dissequestro.
Dopo una verifica eseguita dalla Procura e dalla Guardia di Finanza, le difese hanno scoperto che il sequestro fino a quel momento realizzato era insufficiente e quindi non poteva eseguire il dissequestro. Le difese hanno evidenziato che il provvedimento faceva riferimento ai beni aziendali. Di conseguenza, è stata presentata un’istanza al Gip, che però è stata respinta, nonostante ci fosse la possibilità di porre sotto sequestro i gasdotti. C’è stata un’udienza al Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino, che sostanzialmente ha respinto la richiesta. Da qui è nato il ricorso per Cassazione e la decisione dei giudici di rinviare tutto al Tribunale di Avellino.