A Riscontri si parla di identità e memoria, dal caso San Mango a Pietrastornina fino alla figura luminosa di Rachelina – Corriere dell’Irpinia

0
46



Dallo spaesamento della comunità di San Mango alla forza che ancora può esercitare sui giovani una figura come quella di Rachelina Ambrosini fino alle vicende dei Piantedosi di Pietrastornina che si intrecciano con la storia economica e sociale del Mezzogiorno. E’ un confronto dedicato alle tradizioni e narrazioni ad aprire la seconda giornata del festival “Riscontri d’autore”,  promosso dalla casa editrice di Ettore Barra, con la direzione artistica di Gianluca Amatucci, moderato da Floriana Guerriero. E’ Fiorenzo Iannino a porre l’accento sulla ferita che ha rappresentato per l’Irpinia il sisma del 1980, ricostruita nel bel volume scritto insieme al professore Nicola Di Blasi “Il secolo breve di San Mango e il terremoto del 23 novembre del 1980” “una ferita ancora più dolora per paesi come San Mango che sono stati rasi al suolo. Eppure San Mango ha finito con l’essere quasi marginalizzato, poichè a salire alla ribalta nazionale sono stati comuni come quelli di Sant’Angelo dei Lombardi e Lioni. Di qui la volontà di ricostruire il fenomeno dello s-paesamento seguito al sisma con il rischio che al crollo delle pietre si accompagnasse la perdita dell’identità di una comunità. Di qui l’impegno di ricostruire la storia e il tessuto social della comunità, anche con la realizzazione di una mnemoteca che conservasse le memorie del ‘900, cercando di arginare quella frattura sociale ed economica causata dal sisma. Grande attenzione è stata rivolta anche alle trasformazioni della lingua che hanno caratterizzato la comunità”.  E’ quindi lo storico Gerardo Figliolino a raccontare la figura di Rachelina Ambrosini, dichiarata Venerabile nel 2012 da Papa Francesco, esempio di spiritualità e attenzione al prossimo a cui ha dedicato il volume “Rachelina Ambrosini. Alle porte del Paradiso” “La storia di Rachelina si intreccia con un contesto storico-sociale difficile come quello della Seconda Guerra Mondiale. Sarebbe sbagliato rileggere questa figura solo alla luce degli aspetti miracolistici, a partire dalle apparizioni della Madonna che raccontava di aver ricevuto. La sua figura si carica di profondità e parla ancora alle generazioni di oggi per la capacità di trasformare la vita degli altri, di prestare soccorso a tutti, che si trattasse di militari tedeschi o americano, sempre attente al prossimo”.

E’, infine, Claudio D’Antonio a ricostruire la storia de “I Piantedosi di Pietrastornina”, uno studio nato da un’attenta consultazione di archivi notarili e parrocchiali che consente di comprendere come le vite dei singoli si intrecciano con la storia del Sud. “Ho scelto – spiega – di rivolgere la mia attenzione a quel passaggio cruciale della storia della comunità che è il periodo compreso tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo che si concluderà con  l’eversione della feudalità. Ho individuato tre gruppi familiari, il primo risulta scomparso alla fine dell’800, il secondo è quello da cui discende il ministro Piantedosi rimasti nell’omonimo villaggio, dove oggi vive però una sola famiglia e un terzo che si sposterà alla frazione Furno che saprà sfruttare la posizione strategica di Pietrastornina lungo la via Ferdinandea aprendo una taverna che desse ristoro ai viandanti. Ma ci troviamo di fronte anche a medici e canonici, figure che ebbero rilevanza nella società”

La giornata proseguirà nel pomeriggio nel segno di Identità e istruzione: riflessioni sulla modernità. Si discuterà del “Vociante silenzio della scrittura” di Francesco D’Episcopo, “La scuola e la questione meridionale nel primo secolo dell’Unità Nazionale” di Paolo Saggese, Modera Elisa Forte. Di particolare rilievo, alle 18, l’evento “Leopardi e l’Irpinia: Paesaggi di Poesia e Catastrofe” che sarà dedicato a un articolo di Mario Gabriele Giordano pubblicato sull’ultimo numero della Rivista “Riscontri” (3-2023). L’incontro sarà l’occasione per svelare come gli scritti del poeta irpino Marciano Di Leo abbiano ispirato Leopardi in diversi punti del testo de “La Ginestra”.



Source link

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here