60 dipendenti a rischio e 40 posti letto in meno. Villa Esther, nuova ferita per la sanità irpina – Corriere dell’Irpinia

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Una nuova ferita nella sanità irpina sta per aprirsi. La clinica Villa Esther chiuderà i battenti entro la fine di giugno. La struttura, punto di riferimento per la città di Avellino e il suo hinterland, sarà coinvolta nella riorganizzazione aziendale del gruppo Nuova Domizia spa guidato da Vincenzo Schiavone. Si profilerebbe la riduzione di un importante servizio, con il taglio di 40 posti letto sui 49 totali.

Una questione che pone dei seri interrogativi sul futuro dell’assistenza sanitaria irpina in un contesto già messo in seria difficoltà dalle carenze di personale e dalla difficile situazione nella quale verte il pronto soccorso della città Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” – unico in provincia, a breve ne sarà inaugurato un secondo al “Frangipane” di Ariano Irpino -.

La scomparsa del nosocomio polispecialistico di San Tommaso ha le sue ricadute occupazionali sugli 80 dipendenti che sono in attesa di conoscere un eventuale ricollocamento. Il distretto gestito da Schiavone vede oltre Villa Esther, anche la Clinica Santa Rita di Atripalda e la Pineta Grand Hospital di Castel Volturno.

Mercoledì ci sarà un esame congiunto tra le sigle sindacali e i vertici societari dove sarà ratificato il passaggio del ramo d’azienda di ortopedia presso la struttura di Atripalda, con il trasferimento di circa 20 dipendenti e 9 posti letto. Sarà l’occasione per i sindacati – che hanno chiesto un incontro urgente all’azienda – per chiedere garanzie sul futuro delle restanti 60 persone che dovrebbero essere ricollocate in altre strutture. La dirigenza del gruppo casertano non ha però ancora chiarito circa la programmazione, nonostante avesse assicurato chiarimenti sulle loro intenzioni entro la fine del mese.

Informazioni che ad oggi non sono ancora pervenute ai sindacati che, se non dovessero ricevere riposte esaustive nel prossimo incontro, sono pronti a portare la questione Villa Esther in Prefettura.



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