Menopausa: artrosi dell’anca, occhio secco, cistite

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di Laura Della Pasqua

1. Cosa si piò fare contro l’artrosi dell’anca?

2. Soffro di cheratocongiuntivite e occhio secco, cosa posso fare?

3. Da quando sono in menopausa, ho spesso la cistite

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1. Cosa si piò fare contro l’artrosi dell’anca?

L’anca è la parte anatomica che unisce il bacino con la parte superiore della gamba. L’articolazione fra l’osso iliaco e la testa del femore, l’osso che sostiene la coscia, si chiama articolazione coxofemorale. È fra le più importanti del corpo: ci consente di alzarci in piedi, camminare, correre, pedalare, guidare. L’anca è tra le parti del corpo maggiormente soggette all’artrosi. L’artrosi d’anca o coxartrosi è una patologia molto comune, estremamente diffusa nelle persone che hanno superato i 60 anni di età, ma piuttosto frequente anche in soggetti più giovani.

L’artrosi è causata dalla degenerazione delle strutture articolari come le cartilagini e le membrane sinoviali. Può avvenire per traumi ripetuti nel tempo, per una caduta o un incidente oppure per via del normale decadimento cellulare, dovuto all’invecchiamento dei tessuti. Con l’avanzare dell’età e venendo meno la protezione degli ormoni estrogeni, il tessuto cartilagineo si deteriora e viene gradualmente sostituito da tessuto osseo. Il processo può essere accelerato da alcuni fattori, come un eccessivo peso corporeo, la carenza o l’eccesso di esercizio fisico. I sintomi sono il dolore e la rigidità articolare. Le medicina rigenerativa tende a stabilizzare l’artrosi nella fase iniziale, contrastando la progressione. Ma è possibile effettuare anche specifici esercizi.

Fulvio Palombini, osteopata, reumatologo, presidente dell’Associazione Italia Shatsu, spiega che «la coxartrosi è quasi sempre secondaria a un displasia dell’anca. Quando il femore si muove male, crea un’alterazione della cartilagine. Per prevenire questa patologia è fondamentale il movimento in modo da creare processi osmotici all’interno dell’articolazione. Il passaggio continuo di liquido sinoviale tra osso e articolazione, dà nutrimento al tessuto, facilita la vita del tessuto dell’articolazione».

Come agisce la riabilitazione dell’artrosi dell’anca? «La patologia irrigidisce la struttura, i muscoli si accorciano. La terapia punta sugli esercizi di allungamento e al tempo stesso si carica l’articolazione. Solo attraverso il carico, l’osso reagisce e manifesta il corretto metabolismo. Sono fondamentali gli esercizi di potenziamento, perché influiscono positivamente sulle articolazioni. Il riposo è richiesto quando c’è un forte dolore, ma nella riabilitazione va contenuto. Sono utili gli esercizi di yoga, Pilates, e posturali».

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2. Soffro di cheratocongiuntivite e occhio secco, cosa posso fare?

La cherotocongiuntivite secca è un disturbo che si caratterizza per la secchezza della superficie oculare occupata dalla congiuntiva, la membrana di rivestimento delle palpebre, e dalla cornea.

Questo problema si manifesta in particolare nelle donne fra 40 e 60 anni e si accompagna spesso a secchezza delle fauci (xerostomia). La cheratocongiuntivite secca può essere causata soprattutto dall’iposecrezione lacrimale. Questa si manifesta soprattuto in post menopausa quando la ghiandola lacrimale non produce abbastanza lacrime da lubrificare l’intera superficie dell’occhio. La secchezza oculare può portare ulcere, cicatrici, perdita della regolarità e della trasparenza della superficie corneale.

La terapia è rappresentata dalle lacrime artificiali, speciali colliri in grado di controllare il problema se usati a intervalli regolari durante il giorno. Vi sono, inoltre, lacrime artificiali prodotte come gel lubrificanti, che applicate prima di dormire hanno una più prolungata efficacia e aiutano a prevenire la secchezza mattutina, ma possono offuscare la vista e quindi non sono adatte per l’uso diurno.

Colliri contenenti ciclosporina possono essere utili, in taluni casi diagnosticabili solamente mediante visita oculistica, per ridurre l’infiammazione associata alla secchezza oculare, ma richiedono diversi mesi prima di produrre un effetto evidente e possono causare bruciore.

Donna e vescica, cistite, uretrite e incontinenza urinaria, concetto di cancro della vescica

3. Da quando sono in menopausa, ho spesso la cistite

Il calo egli estrogeni in menopausa, aumenta il rischio di infezioni con cistiti ricorrenti. Gli estrogeni, infatti, influenzano l’acidità dell’ambiente vaginale, indispensabile per impedire la crescita di batteri che potrebbero alterare il benessere della donna.

Una carenza di questi ormoni causa un aumento del pH vaginale con conseguente aumento della proliferazione batterica. Gli antibiotici sono i rimedi di elezione per curare le infezioni del tratto urinario, ma per la prevenzione ci sono alcuni integratori alimentari come i probiotici, comunemente noti come “fermenti lattici” e spesso indicati come “batteri amici” in quanto sostengono l’equilibrio della flora intestinale.

La menopausa e l’avanzare dell’età possono favorire alterazioni della flora intestinale in seguito a cattive abitudini alimentari o a un rallentamento delle fisiologiche funzioni intestinali e digestive.

Mantenere la flora batterica in salute si è dimostrato utile per sostenere le normali attività del tratto intestinale e per prevenirne le infezioni, con riflessi positivi sulla microflora vaginale e sul tratto urinario. Il mirtillo rosso (o cranberry) ha mostrato una certa efficacia nella prevenzione delle recidive di cistite e di altre infezioni del tratto urinario.

Sulla base delle evidenze scientifiche, sembra che alcuni composti presenti nel mirtillo rosso inibiscano l’adesione dei batteri alle pareti della vescica creando un film protettivo su di essa.





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