Avellino – “Parteciperò con piacere al confronto pubblico invocato dal mio competitor. Sarà l’occasione per smentire le tante bugie che Gengaro continua a raccontare, in una campagna elettorale in cui non ha usato alcun altro argomento se non il fango e le illazioni, rispetto ad indagini legittime della magistratura che lui vorrebbe far passare per sentenze già definitive. Se non altro, auspico che, almeno in quell’occasione, modifichi il tono e l’approccio sgradevoli che hanno caratterizzato le sue uscite in queste settimane“: Laura Nargi, candidata a sindaco della coalizione civica composta da “Siamo Avellino”, “Davvero” e “Viva la Libertà”, risponde così all’avversario del turno di ballottaggio che andrà in scena il 23 e 24 giugno prossimi.
“Il tema – spiega -, e questo è l’unico punto su cui Gengaro ha ragione, è dove vogliamo portare Avellino. Ma gli avellinesi lo sanno bene. I nostri concittadini non vogliono consegnare la città nelle mani di una classe politica che ha già governato e fallito più volte, di un Pd che è diviso al suo interno, ancor di più dopo l’ultimo voto. Quello del tunnel e della metropolitana leggera. Un Pd – aggiunge – che si è visto sciogliere il Comune di Monteforte per infiltrazioni mafiose, che ha accumulato più di 200 milioni di euro di debiti all’Alto Calore, che ha mandato sul lastrico la società pubblica regionale Asidep e i suoi lavoratori, con pericolosissimi risvolti ambientali per l’intera Irpinia. Un ‘campo largo’ che non ha nulla di nuovo, che è vecchio e stantio, che fa disastri dovunque governa, con una visione arcaica di città e nessuna proposta concreta”.
“Gengaro ha paura e convoca d’urgenza una conferenza stampa per dire sempre e solo le stesse cose – conclude Nargi alludendo alla conferenza stampa convocata poche ore fa dal candidato sindaco del centrosinistra proprio per lanciare la sfida alla Nargi, ndr. -. La smetta di atteggiarsi a moralista. Le indagini, ed eventualmente i processi, stabiliranno la verità giudiziaria. Ma la storia politica di questa provincia ha già sentenziato il suo fallimento e quello di chi lo sostiene“.