Notriphobia, la paura di non aver viaggi in programma

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Cruciverba dell’estate. Può esserlo una vacanza: breve, lunga, fai-da-te, organizzata, last minute, premio, faraonica. Ma per alcuni è soprattutto indispensabile. E lo diventa al punto da scatenare la notriphobia, cioè la paura di non aver ancora prenotato un viaggio, nel 40% degli italiani.

Questo dato – che sale addirittura al 53% fra la Generazione Z, ovvero fra chi oggi ha dai 12 ai 27 anni – emerge dall’Osservatorio sui trend dell’estate 2024 della piattaforma PiratinViaggio, mostrando l’esistenza di un vero e proprio “malessere da immobilità”.

«Il termine notriphobia è un neologismo coniato in America, che deriva da No Trip Phobia, e indica letteralmente la paura di non avere viaggi in programma», spiega la dottoressa Chiara Di Nuzzo, psicoterapeuta e psicologa del viaggio. «Chi vive le vacanze come un’occasione di crescita personale prova disagio se vede il calendario vuoto, senza una prospettiva di vacanza prenotata all’orizzonte».

Cos’è la notriphobia

Stando ai dati dell’Osservatorio sui trend dell’estate 2024, l’elemento che guida maggiormente le decisioni di viaggio è la curiosità (71% degli intervistati), seguita da interessi personali e hobby (44%), influenza dei social media come Instagram e TikTok (42%), passaparola tra amici e famigliari (34%) e influenza di serie TV o film (7%).

«Esaminando questi dati, è ipotizzabile che la notriphobia rappresenti una forma di irrequietezza che le persone vivono rispetto a ciò che il viaggio rappresenta per loro», considera la dottoressa Di Nuzzo. «Occasione di crescita, svago, stacco e socializzazione: una vacanza può avere mille sfaccettature in quanto esperienza».

Quali sono le cause della notriphobia

La notriphobia potrebbe avere uno stretto legame con la bassa autostima. A dimostrarlo è la tendenza a condividere sui social le proprie vacanze, postando video e fotografie che catturano momenti di felicità, avventura o bellezza paesaggistica.

«Fare un viaggio e poterlo condividere sul web può regalare un’immediata gratificazione personale attraverso like, commenti e apprezzamenti, rinforzando il senso di accettazione da parte degli altri», commenta la psicologa. «Avere qualcosa da mostrare e da dire rafforza il valore positivo che ciascuno attribuisce a se stesso.

In più, il fatto di aver programmato una vacanza aiuta a percepire un maggiore controllo sul tempo, perché la previsione di momenti piacevoli contrasta il timore degli spazi vuoti, del non sapere cosa fare».

Cosa può nascondere la notriphobia

Il timore di non riuscire a rendere significativo il proprio tempo, qualora non si riesca a partire, dovrebbe stimolare una domanda: “Da dove nasce questa preoccupazione? Perché non riesco a vivere il tempo con maggiore libertà, senza troppi programmi, con più apertura verso le novità e verso quello che potrebbe succedere?”.

È anche possibile che la notriphobia sia correlata al cosiddetto Fomo (acronimo dell’espressione inglese “fear of missing out”, letteralmente “paura di essere tagliati fuori”), una nuova forma di comportamento sociale che si traduce nel timore di restare al di fuori di un certo contesto, di perdersi delle esperienze significative, di non avere cose importanti da dire, di avere una vita poco appagante, di non partecipare a un’esperienza piacevole che coinvolge amici o conoscenti.


Quali sono i sintomi della notriphobia

Pur non rientrando in una precisa categoria diagnostica, la notriphobia è caratterizzata da sintomi piuttosto tipici, che la accomunano all’ansia: agitazione, frustrazione, preoccupazione per il futuro, umore basso e comportamenti compulsivi, come cercare continuamente offerte sui siti di viaggi o restare sempre aggiornati sulle piattaforme più utilizzate dagli altri utenti, dove trovare sconti, idee e occasioni.

«A questo si somma una sensazione di angoscia, dovuta alla paura di non trovare più posto in hotel, di restare senza volo, di non ottenere le ferie o che la persona con cui bisogna partire non dia conferma in tempo utile per poter prenotare», elenca la dottoressa Di Nuzzo.


Cosa fare in caso di notriphobia

Qualora si riconosca di avere un’irrefrenabile frenesia verso la conoscenza e la scoperta, è importante iniziare a creare piccoli momenti significativi nel proprio quotidiano.

«Organizziamo momenti speciali e gratificanti, portando “il mondo” a casa, senza doverci sempre allontanare», consiglia la psicologa. «Pianifichiamo una serata particolare, magari a tema, oppure esploriamo un parco naturale nelle vicinanze, cerchiamo un luogo privilegiato da cui osservare le stelle, soddisfiamo il nostro desiderio di avventura».

Al momento di organizzare le vacanze, poi, scegliamo un’organizzazione flessibile, provando ad accettare una componente di avventura. «Se invece i sintomi dell’ansia diventano pervasivi e difficili da gestire, impariamo dei modi per calmare la nostra mente, sfruttando tecniche di rilassamento o respirazione, e fissiamoci delle regole per interrompere i comportamenti compulsivi, come cercare delle offerte sui siti di viaggio solamente per un certo tempo», conclude l’esperta.

«Nei casi più problematici, è bene chiedere consiglio a un esperto. Questo è importante soprattutto se ci accorgiamo di non riuscire a vivere con serenità il nostro quotidiano, compromettendo le normali attività con una minore concentrazione o le relazioni personali a causa di un umore irritabile e perennemente insoddisfatto».

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