cosi l’arte continua a dare speranza – Corriere dell’Irpinia

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Dal valore terapeutico dell’arte alla valenza di cui si caricano versi e filastrocche per affrontare con leggerezza problemi centrali nella nostra società, dalla solitudine alla guerra. È  il senso della raccolta di Antonella Festa “E l’orchipilenco?”, presentata al Circolo della Stampa. È la giornalista Floriana Guerriero a porre l’accento sulla centralità che riveste la musica nella raccolta. Accade così che versi e titoli  di canzoni ritornino costantemente nelle sue poestrocchie, dalla ricerca del centro di gravità permanente evocato da Battiato all’inquietudine degli Anna e Marco di Lucio Dalla, dai sogni svaniti dei giovani cantati da Venditti in Sotto il segno di pesci. “Costante spiega Guerriero e la consapevolezza di una società profondamente diversa da quella sognata, il conflitto tra prigione imposta dalla quotidianità e le proprie aspirazioni, la pittrice che non trova l’unico colore do cui ha bisogno o lo scrittore che ha scelto di rinunciare a credere nelle parole. È l’editrice Martina  Bruno del Papavero a sottolineare il valore terapeutico di cui si carica l’arte per l’autrice, strumento di cui ha bisogno per esorcizzare paure e guardare al futuro fino alla forza espressiva dei versi che arrivano al lettore con maggiore immediatezza e posso avere una forte valenza didattica. Infine, è Antonella Festa a porre l’accento sul legame forte con la scrittura che la tiene in vita e la da speranza “L’orchipilenco, creatura mavica, è in ciascuno di noi, è la coscienza che ci guida, lontano dai valori oggi dominanti come sete di guadagno e violenza. L’idea della prima raccolta è nata nei mesi del lockdoen, poi il desiderio di aggiungere qualcosa alla raccolta con l’orchipilenco che finiva sempre più in un angolo, limitandosi ad osservare l’uomo nella sua quotidianità”. Per ribadire come “scrivere mi ha sempre aiutato ad andare avanti, mi ha dato la forza di non arrendermi. Una scrittura che si ricollega sempre ad una dimensione onirica e surreale”.  Tutto questo senza mai perdere la speranza di costruire insieme societa in cui ci sia posto per tutto



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