Unisce il ballo alla socializzazione e allo stare in mezzo alla natura. Liberando il proprio io più intimo. È la biodanza, una pratica accessibile a tutti. Che ha benefici su autostima, sviluppo personale ed empatia
Ami ballare, ascoltare musica e stare in mezzo alla natura? Allora la biodanza è la disciplina olistica per te. Nata da un’idea del danzatore cileno Rolando Toro Araneda, è praticata da donne e uomini di tutte le età, ha conquistato influencer e gente comune, tutte persone accomunate dal desiderio di condividere un inno alla vita.
Che cos’è la biodanza
«La biodanza è un movimento che diventa danza attraverso la ricerca del proprio io», spiega Tiziana Coda-Zabet, presidente della Rete Scuole IBFed Biodanza Italia, appassionata da sempre di danza e docente di scuola primaria. «Definirla una danza è riduttivo: integra benessere fisico e mentale. Le sue radici affondano nell’educazione biocentrica, perché privilegia l’esperienza e la capacità di connessione con il mondo e crea legami affettivi con gli altri».
Per praticarla non occorrono particolari doti atletiche o fisiche. Non serve una palestra, ma è sufficiente una dose di passione per il movimento, per la musica e stare in mezzo alla natura che è l’habitat ideale.
«La biodanza rispetto a yoga, Pilates e danza classica è pensata per stare insieme, poi conta sulla presenza di un facilitatore che mostra l’esercizio, ma ognuno è libero di interpretare il movimento secondo il proprio io, di esprimere quello che sente e quello che è, senza dare spazio alla critica», precisa Coda-Zabet. «Nessuna correzione da parte degli istruttori limita l’esecuzione di chi sceglie la biodanza, guidata essenzialmente dal cuore e dai sentimenti profondi».
Biodanza, i risultati della ricerca
Due ore di biodanza alla settimana sono sufficienti a offrire al fisico e alla mente uno stato di benessere. Lo conferma un progetto di ricerca realizzato da Apri (Associazione psicologi, ricerca e intervento) in collaborazione con la scuola di specializzazione di Psicologia del benessere dell’Università la Sapienza di Roma.
«Questo studio ha verificato, dopo un anno di corso, gli effetti della biodanza su alcune dimensioni del benessere», spiega l’esperta. «In particolare, sono stati presi in esame l’autostima, l’autoefficacia, le emozioni, le relazioni, lo sviluppo personale, lo stress e l’empatia. Sono stati messi a confronto tre gruppi omogenei per età e genere, ciascuno di 60 persone. Il primo impegnato nei corsi di biodanza; il secondo in altri generi di danza (balli latini, tango, etc); il terzo gruppo era formato da persone inattive. I risultati sono stati sorprendenti».
Dopo dodici mesi, le persone che hanno praticato biodanza con costanza, hanno evidenziato migliori livelli di benessere psicofisico. In particolare:
- riduzione dello stress;
- miglioramento delle relazioni sociali.
- più espressione e creatività.
«La pratica della biodanza, inoltre, influenza positivamente anche la salute di chi convive con una malattia cronica, perché genera un equilibrio tra mente e corpo, permettendo all’individuo di raggiungere armonia interiore», evidenzia Coda-Zabet. La combinazione tra movimento e interazione sociale aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie come l’ipertensione e il diabete. «Migliora la salute cardiovascolare e rafforza il sistema immunitario. Non solo, esercizi mirati sono utili a mantenere e migliorare la mobilità dei malati di Parkinson, riducendo la rigidità muscolare».
Biodanza accessibile a tutti
Sono quattordici le scuole italiane che rappresentano la rete della biodanza. Le lezioni hanno una tariffa oraria che varia tra 10 e 15 euro.
In media si fa una lezione di due ore alla settimana, lasciando la massima libertà di espressione e con un attento principio di inclusione.
«Tutti sono invitati a praticare, nessuno escluso. Chi non può permettersi le lezioni, può usufruirne gratuitamente», conclude Tiziana Coda-Zabet.
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