È un bilancio molto pesante quello delineato nel report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering riguardo le morti sul lavoro. Nei primi sei mesi dell’anno sono 469 le vittime, 19 in più rispetto alla fine di giugno del 2023, un incremento del 4,2%. Gli anziani sono i più a rischio nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni. 1 su 5 è straniera. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 28, mentre 12 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Il martedì risulta essere anche a metà anno il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (21,2%).
Il rischio di morte, diviso per fasce di colore da rosso a bianco a seconda della gravità, vedono in zona rossa Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria. Queste fanno registrare un indice di incidenza medio pari a 15,4 morti sul lavoro per ogni milione di lavoratori.
Seguono in zona arancione Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata. In zona gialla Lombardia, Toscana, Piemonte e Liguria e infine in zona bianca Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Marche e Veneto.
Il settore più colpito resta quello delle costruzioni, confermando il triste primato con 68, al quale fanno seguito le attività manifatturiere con 47, trasporti e magazzinaggio con 34 e dal commercio con 26.
Nella classifica suddivisa per province, Catanzaro è al primo posto con 6 vittime e un indice di incidenza sugli occupati del 51,3. Si piazza in quinta posizione quella di Avellino che su 140.264 occupati è stato registrato un indice di 35,6, con 5 casi totali. Chiudono insieme 19 province virtuose che in questi primi sei mesi dell’anno non hanno avuto morti sul lavoro. La provincia con più morti in assoluto è quella di Roma con 30, ma l’indice di incidenza si attesta al 16,5 posizionandosi al 46esimo posto.