Ci risiamo. A settanta anni dalla morte di Alcide De Gasperi (avvenuta il 19 agosto 1954), padre del centrismo politico, si discute tra le forze politiche della necessità di una collocazione in senso moderato tra le attuali coalizioni.
Una spinta decisiva in tal senso viene dal nuovo protagonismo dei cattolici che superando ancora una volta il “non expedit” degli anni trascorsi si candidano, con la formula valoriale del bene comune, a correggere le attuali distorsioni presenti nel contesto sociale. In realtà è un vento che soffia non solo in Italia, dove il ruolo di equilibrio tra le forze politiche è garantito personalmente dal presidente del Consiglio, ma in molte nazioni europee, Francia, Inghilterra, tra tutte, in cui il populismo avverte una stanchezza significativa. Così accade anche con la Terza Via di Tony Blair e anche negli Stati uniti con o segnali che giungono dal sindaco di New York.
Certo, la ricerca affannosa di una casa per moderati non è di oggi. Coincide con la cancellazione dei partiti per via giudiziaria, tangentopoli e dintorni, e in particolare con la fine della Dc. Da allora i tentativi di costruire un centro moderato, più volte tentato, non ha avuto mai successo. Assenza di un’autorevole leadership o esasperato protagonismo di individualismo politico?
Probabilmente entrambe le considerazioni sono da tenere in debito conto. Tuttavia, i veri motivi per cui il cosiddetto centro non decolla è nel fatto che ci si trova di fronte ad una assenza di un progetto credibile di alternativa sociale. Qui si inserisce il protagonismo dei cattolici la cui denuncia contro la partitocrazia inefficiente e di dubbia moralità si contrappone alla loro proposta dei valori fondanti della convivenza civile, legalità, aiuto alle fragilità sociali, anziani ed emarginati, e quella consistenza valoriale ben garantita dalla Costituzione italiana.
Di questo si è discusso recentemente a Trieste nel corso della Settimana sociale dei cattolici in cui sono stati affrontati i temi di maggiore attualità politica, dal crescente astensionismo alle proposte per la democrazia nei partiti, passando per il cambiamento della legge elettorale. La rete dei cattolici in politica è già in cammino e il percorso che intende fare è soprattutto nella difesa della democrazia nel Paese. Perché, come ha detto con toni preoccupati anche Papa Francesco, “la democrazia non è in buona salute” e ciò implica uno straordinario impegno di partecipazione per fermare le tentazioni populistiche. Gli fa eco il capo dei vescovi della Conferenza episcopale cardinale Matteo Zuppi che proprio a Trieste ha ribadito con forza: “Vogliamo aiutare la democrazia viva del nostro Paese e dell’Europa, non quella del benessere individuale, ma quella del bene comune, che è stare bene tutti”.
C’è da immaginare che il tema dei cattolici in politica, del loro protagonismo nuovo e diverso rispetto al passato sarà di grande attenzione nella ripresa del dibattito politico, cogliendo anche l’occasione della lezione di Alcide De Gasperi.
*immagine di copertina di vaticannews.va