Regionali, D’Ercole: avanti con fiducia, FdI può essere il primo partito. Basta col Governatore cabarettista – IL CIRIACO

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«In cinque anni di amministrazione De Luca, la qualità dei servizi al cittadino, in particolare in Irpinia, è peggiorata. Sanità, trasporti, scuola: un fallimento totale, da parte del Governatore cabarettista. Intorno a Fratelli d’Italia cresce l’entusiasmo: abbiamo le carte in regola per essere il primo partito della coalizione». Giovanni D’Ercole, storico esponente della destra cittadina, candidato alle elezioni regionali nella lista di Fratelli d’Italia, a tutto campo sulla campagna elettorale.

La campagna elettorale del centro destra parte in salita. I sondaggi danno De Luca almeno cinque punti avanti a Caldoro. Un distacco recuperabile?

«I sondaggi li leggiamo sempre con le dovute precauzioni. Registro però una riduzione del divario tra De Luca e Caldoro rispetto alle rilevazioni di inizio luglio. Ed è qui il senso da un lato di una campagna elettorale di Caldoro che sta funzionando, dall’altro della fine di un’ipnosi che sembrava aver già condannato il popolo campano ad altri cinque anni di De Luca. Siamo partiti in salita anche per colpa nostra che abbiamo preso decisioni in ritardo, ma la campagna elettorale è tutta aperta. E poi i sondaggi attuali fanno riferimento ad un sentimento precedente all’inchieste aperte sulla gestione dell’emergenza sanitaria».

Crede che le inchieste della magistratura ordinaria e contabile influiranno sul consenso di De Luca?

«Premetto che sono e resto garantista: tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, anche gli avversari politici. Ma al netto degli esiti giudiziari, c’è un aspetto politico che non può essere tralasciato. Il fatto che un consigliere regionale si interponga nelle vicende degli appalti, è l’antitesi di una corretta amministrazione. Che i Covid Hospital, pagati 15 milioni di euro, non son stati collaudati, è grave politicamente prima che, eventualmente, penalmente. Delle sorti giudiziarie dei singoli coinvolti ci interessa relativamente. Ma quello che emerge da queste indagini è un’incapacità amministrativa che va sanzionata elettoralmente da parte dei cittadini».

Queste elezioni rappresentano uno snodo anche per il centrodestra campano. Cosa accadrà se la Lega risulterà primo partito della coalizione?

«La Lega è già il primo partito del centro destra in Campania: il sorpasso lo ha fatto alle elezioni europee. Ci auguriamo innanzitutto che prevalga il centro destra. Poi da concorrenti all’interno dello stesso schieramento, ognuno cercherà di posizionarsi come primo partito della coalizione. Il sentimento della popolazione nei confronti di Fratelli d’Italia è positivo. Stiamo riscontrando entusiasmo del vecchio mondo proveniente da Alleanza Nazionale, e contestualmente tante persone deluse da altri partiti del centro destra, stanno apprezzando le posizioni di coerenza e concretezza di Giorgia Meloni. Ci aspettiamo un risultato significativo, quindi è la Lega che può temere il sorpasso di Fratelli d’Italia. I presupposti per diventare noi la prima forza della coalizione, ci sono tutti».

Quali saranno le priorità programmatiche per l’Irpinia su cui Lei insisterà in campagna elettorale?

«Lotta vera e concreta allo spopolamento delle aree interne che non si ferma con convegni o Progetti Pilota che nulla hanno portato al territorio. Lo spopolamento si blocca ripristinando una sanità degna di questo nome, restituendo o istituendo un trasporto pubblico locale da paese civile e attrezzando un’offerta formativa scolastica, decente e raggiungibile per tutti coloro che abitano nelle zone interne. Solo dopo aver restituito queste tre risposte fondamentali al territorio, sarà possibile mettere le basi per avviare progetti di sviluppo. La gestione di questi anni è stata disastrosa: l’Irpinia ha perso migliaia di persone andate via, il dato numerico attesta il fallimento delle politiche di De Luca verso le aree interne. Se pensiamo a quanto sta accadendo al “Landolfi” di Solofra, uno dei pochi distretti industriali esistenti, vediamo tutta la distanza siderale dell’amministrazione regionale rispetto ai problemi della nostra provincia. E’ ridicolo ricordarsi di mandare i soldi necessari all’ospedale solo a ridosso della campagna elettorale. E’ il segno dell’annuncite che ha contraddistinto tutti i cinque anni di De Luca. L’Irpinia si è trovata addirittura ad avere meno posti letto di quanti già ne aveva dovuti tagliare, a causa dell’eredità della voragine bassoliniana, il povero Caldoro. A proposito di trasporto pubblico ci si tracciò le vesti perché non si riusciva a tenere aperta la stazione di Avellino,  poi saltata la possibilità di connettere la città con l’Alta Velocità grazie alla bretella di Codola, mentre sono rimasti in piedi tutti i fondi destinati al salernitano, nessuno ha detto una parola. Senza dimenticare la gestione dell’Air, un servizio di trasporto pubblico che è peggiorato in questi cinque anni. L’unica cosa migliorata nel quinquennio, è la capacità cabarettistica del Governatore De Luca che candideremo al Cantagiro. Non c’è bisogno di diventare pop per amministrare bene. Caldoro lo ha dimostrato, è stato capace di affrontare anche scelte impopolari pur di evitare il default della Regione».

E però De Luca è dato per vincente…

«Il lascito di De Luca è talmente fallimentare che, cinque mesi fa prima del Covid, anche il suo partito ne era perfettamente consapevole tanto da decidere di non ricandidarlo. Poi è intervenuta la pandemia e una spesa di circa 60mila euro per finanziare la pagina facebook del presidente della Regione Campania, in questi giorni trasformata nella pagina del candidato De Luca, con una comunicazione degna di una mini Bestia salviniana. E così è riuscito a riconquistare la ricandidatura del Pd. Ma a che prezzo? La risposta sta nella fotografia della sua coalizione. Nel centro destra ci sono formazioni politiche identificabili ed identitarie, dalla tradizione della destra nazionale a quella leghista a quella moderata e socialista, che insieme hanno deciso di sostenere Caldoro, ognuno con la sua scala valoriale. Dall’altro lato c’è di tutto dal Pd, coacervo di bande che si fronteggiano come sta accendo anche per le candidature alle regionali, alle liste del presidente che hanno imbarcato di tutti. Il centro sinistra è il mondo dell’indistinto, De Luca non ha una cifra politica della sua coalizione. Un’accozzaglia di persone che attendono di ricevere il contentino. Una sua vittoria trasformerebbe l’amministrazione campana in un Vietnam di veti incrociati da parte di persone il cui bagaglio politico è pieno solo di trasformismo e clientele».

 



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