Alfonso Signorini ha raccontato per la prima volta un’esperienza sconvolgente, vissuta anni fa in un momento di grande dolore.
Signorini è ormai da anni una colonna portante del palinsesto Mediaset. Nel corso del tempo si è confermato come un professionista serio, affidabile, versatile e soprattutto amatissimo dal pubblico. A differenza di molti altri colleghi, però, il presentatore non ama condividere spesso aspetti privati della propria vita, quindi parla molto poco di sé, preferendo di gran lunga parlare degli altri.
In una vecchia intervista a Belve, però, Signorini non ha potuto evitare le domande estremamente personali di Francesca Fagnani, che ha voluto indagare in maniera particolare il rapporto del presentatore con Silvio Berlusconi. Signorini era infatti legatissimo alla figura del Cavaliere, venendo addirittura accusato di eccessivo servilismo nei confronti del capo dell’azienda.
In realtà ci sono diverse ragioni per cui il presentatore era così legato a Silvio Berlusconi e ancora oggi ne onora la memoria: i due si conoscevano da anni, anche se una volta a causa del Cavaliere, i Carabinieri si sono presentati senza preavviso e nel cuore della notte a casa di Alfonso Signorini.
Alfonso Signorini: “Sento il citofono, erano due carabinieri”
“Su Berlusconi non sono oggettivo, lo riconosco”: fu questa una delle frasi chiave che Signorini pronunciò nel 2018 durante la sua prima (e finora unica) intervista a Belve. Decidendo per una volta di rivelare anche informazioni molto intime sul proprio conto, Signorini decise anche di spiegare perché.
“Berlusconi sapeva benissimo che mia madre per me era il centro dell’universo, era davvero tutta la mia vita. Quando è morta ho buttato fuori di casa tutti, non ho più voluto vedere nessuno, niente, volevo starmene da solo” ha ricordato dolorosamente il conduttore.
“Mia madre era appena morta, alle 23.30 mi stendo sul divano ma sento il citofono. Non volevo aprire a nessuno ma erano due carabinieri” – ha spiegato il conduttore che, ovviamente, all’epoca pensò fosse successo qualcosa di molto grave per ricevere una visita delle forze dell’ordine a quell’ora.
In realtà le cose erano meno peggio di come Signorini le aveva immaginate: “Volevano solo avvisarmi che stava arrivando il Presidente, perché allora Berlusconi era Presidente del Consiglio. Allora, devo dire la verità, ho aperto la porta di casa”.
A quel punto, la commozione di Signorini nel raccontare l’ultima parte della storia fu palpabile. “Mi ha preso la mano, perché stavo parecchio male, anche perché ero nel pieno della mia malattia. Mi ha tenuto per mano nel letto fino a farmi addormentare, alle due del mattino. […] Mi ha lasciato un biglietto che ancora conservo. ‘Quando ti svegli chiamami”. Ecco, io per una persona così mi butterei giù dal balcone”.