A Mercogliano e Atripalda omaggio a Barbarito, un pastore al servizio del Vangelo sulle vie del mondo – Corriere dell’Irpinia

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Un pastore al servizio del Vangelo sulle vie del mondo, un uomo del dialogo, capace di spargere ovunque semi di pace. Un diplomatico sempre attento a cercare spazi di confronto tra il cristianesimo e le altre fedi religiose. L’Abbazia del Loreto di Mercogliano e la parrocchia di Sant’Ippolisto di Atripalda rendono omaggio a Monsignor Nunzio Barbarito, arcivescovo e Nunzio Apostolico,  scomparso nel 2017, con una cerimonia in programma il 5 ottobre alle 10.30. A ricordarlo al palazzo abbaziale del Loreto l’Abate di Montevergine Riccardo Guariglia, il rettore dell’Università Montemurro-D’Ippolito Ciro Romano, il cardinale Francesco Monterisi, Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura e Decano dell’Università Montemurro-D’Ippolito, don Luca Monti, parroco di Sant’Ippolisto ad Atripalda e  Jacopo Barbarito, nipote dell’arcivescovo. Le conclusioni  saranno affidate al vescovo di Avellino Arturo Aiello.  L’omaggio proseguirà alle 19, nella chiesa di Sant’Ippolisto di Atripalda con la celebrazione di una santa messa in suffragio, presieduta dal cardinale Francesco Monterisi. Una cerimonia – promossa con il patrocinio della Regione Campania, del Consiglio Regionale della Campania, dei Comuni di Mercogliano ed Atripalda – che nasce dalla volontà di ricordare un protagonista della Chiesa della seconda metà del Novecento in occasione della nomina a membro alla memoria nel comitato d’onore dell’Università Cattolica Montemurro D’Ippolito. Un legame forte, quello di Barbarito con Atripalda e l’Irpinia dove aveva salde le sue radici. Grande l’attenzione da lui rivolta alla chiesa irpina, a cui guardava con fiducia, costante il suo sostegno alle attività dell’istituto di scienze religiose Luigi Moscati e alla Biblioteca di Montevergine con numerose donazioni. A lui lo studioso Antonio Polidoro ha voluto dedicare un prezioso volume “Un diplomatico a misura d’uomo, monsignor Luigi Barbarito, atripaldese. Scritti, immagini e testimonianze nel centenario della nascita”, che ne ricostruisce il magistero di uomo di cultura e di fede. A ricordare l’elevato spessore morale e intellettuale di Barbarito lo storico atripaldese Raffaele La Sala “E’ stato uno dei figli più insigni della nostra città, della quale è cittadino onorario, e un vero e proprio ambasciatore di Atripalda nel mondo, attraverso i prestigiosi incarichi diplomatici che, in oltre un cinquantennio, lo hanno portato in tutti i continenti (da Haiti in Australia), fino alla prestigiosa nunziatura a Londra. Eppure per noi, mons. Barbarito, il colto e fine diplomatico, l’arcivescovo, il postulatore delle cause dei Santi è sempre don Luigino, il bambino che mio nonno Sabino accompagnò in treno al seminario di Benevento; il seminarista che si alimentava alla fonte del Martirio di Ippolisto e compagni, o si educava alla libertà nel Convento di San Pasquale nella dotta conversazione con P. Beniamino Aversano. Oppure il giovanissimo prete, consacrato da Monsignor Guido Luigi Bentivoglio, vescovo di Avellino grazie ad una deroga concessa da Papa Pio XII, nei mesi ancora bui del 1944. In una città ed una provincia martoriata dalla guerra e dai bombardamenti Barbarito realizzava la sua vocazione, avendo come compagno di viaggio don Raffaele Aquino. Fu attivamente impegnato nell’Azione Cattolica e nelle Acli, nel giornalismo e nella politica, fu amico fraterno di Vittorio de Caprariis e di Fiorentino Sullo, sempre presente, ovunque ci fossero da alimentare fermenti, idee, passioni, o sostenere, con discreto e generoso mecenatismo, iniziative culturali ed opere di carità. Nel 2009 volle presentare a Palazzo Civico il mio volume fotografico “Atripalda. Storie e Immagini dal ‘900”, e scrisse poi una bella prefazione al mio saggio sul culto della Madonna del Carmine ad Atripalda. Un giorno, che mi auguro non lontano, sarà anche possibile ricostruire le vicende della sua missione diplomatica che lo portarono assai vicino alla nomina cardinalizia”.

Formatosi presso il seminario di Avellino, Luigi Barbarito fu ordinato sacerdote il 20 agosto 1944, per poi laurearsi  in diritto canonico nel luglio 1947, presso la Pontificia Università Gregoriana. Dal 1951 guidò la chiesa di san Francesco d’Assisi a Borgo Ferrovia, ad Avellino. Nel novembre 1953 la prima esperienza di apostolato all’estero, come delegato apostolico in Oceania. L’11 giugno 1969 Papa Paolo VI lo nominò arcivescovo titolare di Fiorentino e nunzio apostolico ad Haiti, poi delegato apostolico delle Antille. Nell’aprile 1975 continuò la sua attività diplomatica in Niger, Senegal, Burkina Faso, Capo Verde, Guinea-Bissau, Mali e Mauritania. Dal 10 giugno 1978 fu nunzio apostolico in Australia e dal 1986 rappresentante pontificio in Gran Bretagna, dove rimase fino al 1997. Grande fu l’equilibrio da lui mostrato nei rapporti tra la Chiesa Cattolica e Chiesa Anglicana tanto da ottenere dalla regina Elisabetta il titolo di Cavaliere Onorario di Gran Croce dell’Ordine Reale Vittoriano. Quindi la nomina, fino al 2002, di membro della Congregazione per le cause dei santi. Teologo raffinato, si interrogò sulla Chiesa del suo tempo in volumi come “Chiesa di Dio prendi il largo” e “Pensare la Chiesa” in cui la riflessione si intreccia con il racconto dei suoi viaggi apostolici. Si è spento il 12 marzo del 2017 nell’istituto delle Suore Immacolatine di Pietradefusi e riposa nella chiesa di Sant’Ippolisto di Atripalda.

 



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