O Soavi fanciulle, a Manocalzati Stravinsky celebra l’universo femminile – Corriere dell’Irpinia

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Rosa Bianco

L’AperiClassicalConcerts “O soavi fanciulle – Tosca, Mimi e le altre Donne dell’Opera. Omaggio a Giacomo Puccini100”, tenutosi ieri nella suggestiva Sala delle Arti a Manocalzati, è stato un momento di straordinaria raffinatezza artistica, reso possibile dalla sapiente direzione del Maestro Nadia Testa, per l’Associazione Musicale Igor Stravinsky, a conclusione della Rassegna “ Innamorati della Musica 2024”. Un incontro tra  tra lo spirito immortale del teatro d’opera e la concretezza vivente della musica da camera, che ha rievocato le grandi eroine pucciniane, attraverso l’interpretazione impeccabile del soprano Samantha Sapienza e il tocco sublime della pianista Testa.

Il titolo, “O soavi fanciulle”, non potrebbe essere stato più appropriato per una serata che ha visto alternarsi le più iconiche figure femminili dell’opera, non come semplici personaggi, ma come archetipi dell’amore, della sofferenza e del destino umano. In ogni nota, in ogni frase, si percepiva un dialogo tra il viscerale desiderio di eternità e la tragica consapevolezza della finitudine umana, un contrasto che ha attraversato tutta la serata come un filo rosso.

Dall’apertura con l’aria “È strano/Follie” de La Traviata di Verdi, il pubblico è stato catapultato in un universo fatto di emozioni estreme e tensioni irriducibili. La voce di Samantha Sapienza ha saputo incanalare l’ambiguità di Violetta, sospesa tra il suo desiderio di amore e la consapevolezza del proprio destino ineluttabile. Seguita dall’evocativo “Intermezzo” di Mascagni per pianoforte, interpretato da una Testa in stato di grazia, si è percepita una maestria nel restituire la solennità mistica della composizione, quasi una preghiera in musica.

Bellini e Gluck, con l’aria “Casta diva” e la “Danza degli spiriti beati”, hanno creato momenti di pura estasi: in queste pagine di rara bellezza, Samantha Sapienza e Nadia Testa hanno mostrato una padronanza tecnica e un’intensità interpretativa che non sono sfuggite a chi cercava la verità profonda nella loro esecuzione. Ogni melodia era permeata di un respiro, che sembrava provenire da una dimensione ulteriore, laddove la musica non è più intrattenimento, ma una rivelazione dell’essenza stessa del mondo.

E poi, il grande protagonista della serata: Puccini. Le arie immortali della Bohème, di Tosca, e di Madama Butterfly sono state l’apice emotivo dello spettacolo. “Quando men vo” e “Si, mi chiamano Mimì” sono state interpretate dal soprano Samantha Sapienza con una delicatezza, che ha rievocato le fragilità e la forza di queste donne, protagoniste di vite consumate dal desiderio, mentre “Vissi d’arte” è stata un grido quasi metafisico, un’esclamazione che ha trasceso l’esperienza umana per toccare le corde dell’eterno.

Il pianoforte di Nadia Testa ha poi fatto da contrappunto, con gli intermezzi di Manon Lescaut e Madama Butterfly, guidando l’ascoltatore in un viaggio interiore che non aveva nulla di lineare, ma si dipanava come un flusso di coscienza musicale, una meditazione silenziosa sull’amore e la perdita.

Questa serata è stata molto più di un semplice concerto: è stata una riflessione filosofica sulla natura stessa dell’esistenza. Ogni nota, ogni pausa, sembrava interrogarci sul senso del tempo, del dolore e della bellezza. In un’epoca in cui la frenesia e il disincanto spesso prevalgono, “O soavi fanciulle” ha offerto un momento di raro raccoglimento, una riconciliazione con l’eterno attraverso la musica.

L’Associazione Igor Stravinsky, sotto la direzione artistica di Nadia Testa, ha dimostrato ancora una volta come la grande musica possa essere un veicolo di contemplazione e di profonda spiritualità, un ponte tra l’immanente e il trascendente, tra il corpo e l’anima. Un evento che resterà impresso nella memoria di chi ha avuto la fortuna di esservi presente.

 



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