Rissa davanti alla pizzeria del centro di Avellino: i tre indagati giovedì davanti al gip

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Rissa via Ronca,dovranno comparire giovedì 17 ottobre, davanti al Gip del Tribunale di Avellino Elena Di Bartolomeo, dovranno comparire giovedì 17 ottobre, davanti al Gip del Tribunale di Avellino Elena Di Bartolomeo, V.C., E.G, A.F, i tre indagati raggiunti da una misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese A.D.N e A.S.Le misure scattate a seguito delle indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri per l’aggressione avvenuta il 10 settembre scorso nei pressi di un noto ristorante del centro cittadino, in cui erano coinvolte una trentina di persone. Alla rissa ha fatto seguito anche un altro episodio la sera del 17 settembre quando in via Morelli e Silvati venne colpito a pugni, calci e martellate sulla nuca. I tre indagati sono difesi dai penalisti Gaetano Aufiero e Gerardo Santamaria.

Il primo diverbio sarebbe nato in un noto ristorante del centro del capoluogo irpino, tra il suocero 52enne, che lo scorso anno, subì un attentato incendiario alla Smart parcheggiata a Rione San Tommaso e il genero di venti anni. La discussione nata nella sala del ristorante poi sarebbe degenerata all’esterno.Sul posto erano subito intervenuti diversi equipaggi della Compagnia Carabinieri di Avellino, ma all’arrivo dei militari, i partecipanti alla rissa si erano già allontanati, ad eccezione del 52enne, che presentava lievi ferite in diverse parti del corpo. Quest’ultimo, soccorso dal personale sanitario del 118, fu trasportato presso l’ospedale Moscati di Avellino.

Uno degli indagati V.C. in primo grado era stato condannato a 8 anni di reclusione al termine del rito abbreviato, per il tentativo di omicidio di due persone, padre e figlio. Assolto invece dal tentato omicidio di un altro giovane. Il gup del tribunale dei minorenni inflisse una pena più severa rispetto alla richiesta avanzata dal pubblico ministero che al termine della sua requisitoria aveva invocato una condanna a 7 anni di reclusione per V.C. all’epoca non ancora maggiorenne. Ma in appello la pena fu ridotta a 6 anni di reclusione. Mentre i giudici della Corte di Cassazione nel settembre scorso hanno annullato la sentenza di secondo grado rinviando gli atti al tribunale del riesame.



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