Villa Amendola tesoro della città, sopralluogo della Commissione Cultura: “Tante potenzialità ancora da esprimere”

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Villa Amendola tesoro seminascosto della città di Avellino: “Qui sono stati raggiunti grandi risultati negli ultimi anni, culminati ora con il riconoscimento della ‘rilevanza regionale’ del Museo Civico, ma ci sono anche tante potenzialità ancora da esprimere”. Così il presidente della Commissione Cultura del Comune di Avellino Luigi Mattiello (Siamo Avellino), durante il sopralluogo effettuato questo pomeriggio insieme agli altri componenti della commissione: Luigi Preziosi e Mario Sorice della lista ‘Davvero’ e Luca Cipriano e Enza Ambrosone del Pd.

Quella presieduta da Mattiello è la prima delle sette commissioni consiliari permanenti del Comune di Avellino a riunirsi dopo la (turbolenta) nomina dei presidenti. E c’era attesa anche per scoprire se ci sarebbero state ripercussioni ‘politiche’ della crisi in atto all’interno della maggioranza, con i consiglieri della lista della sindaca Laura Nargi da una parte, e quelli delle due liste Festiane dall’altra (Davvero e Viva la Libertà). Ma le temute ripercussioni non ci sono state. I due componenti Festiani della commissione Cultura, Sorice e Preziosi, hanno partecipato ‘normalmente’ alla seduta che si è tenuta al primo piano di Palazzo di Città, e poi anche al sopralluogo a villa Amendola che è seguito. Nessun ostruzionismo, anzi massimo spirito collaborativo con il presidente ‘Nargiano’. Clima disteso che però non cancella i dubbi su quello che potrà succedere domani mattina, quando a riunirsi sarà la Commissione Bilancio: si tratta della Commissione dello scandalo, quella nella quale è stato eletto presidente Nicola Giordano (Pd) con i voti di Rino Genovese (Patto Civico) e di Antonella Coppola (Siamo Avellino). Se domani dovessero dimettersi almeno tre dei componenti si potrebbe verificare quell’azzeramento proposto da Siamo Avellino per ricomporre il “misunderstanding” con i Festiani.

Ma torniamo al tesoro, solo parzialmente valorizzato, della città di Avellino: villa Amendola. Oggi pomeriggio ad accogliere il presidente Mattiello e gli altri quattro componenti della Commissione Cultura, è stato il curatore del museo civico, Alberto Iandoli: a lui le unanimi congratulazioni della Commissione per il riconoscimento ottenuto dalla Regione e su questo punto sono iniziate a palesarsi le prime proposte che la Commissione potrà portare al vaglio del consiglio comunale. Iandoli ha poi accompagnato tutti i presenti in una sorta di veloce visita guidata della struttura storica: al piano c’è la biblioteca (e qui erano al lavoro anche i ragazzi del Servizio Civile), mentre al primo piano ci sono i pezzi forti della collezione museale, con la statua originale di Carlo II, il ‘re di bronzo’, di Fanzago, di cui davanti alla Dogana (magari non tutti lo sanno) c’è una replica. Al secondo piano c’è invece la Pinacoteca, ancora non aperta al pubblico (si è in attesa del collaudo per l’ascensore realizzato esternamente all’edificio) e che però già conta una cinquantina di opere realizzate tra l’800 e il ‘900 da artisti irpini o che comunque in qualche modo sono legati alla provincia di Avellino.

Interessanti, anche e soprattutto dal punto di vista dei potenziali eventi che si potrebbero organizzare in futuro, le tappe al grande giardino (una volta parco) di villa Amendola, e alle grotte sottostanti (che di recente hanno ospitato una mostra d’arte). Diversi gli spunti che questi luoghi storici hanno ispirato ai cinque componenti della Commissione e diverse le proposte che già potrebbero essere portate sul tavolo della prossima seduta della commissione cultura (che potrebbe essere convocata già prima della fine del mese). Una proposta, per esempio, è quella arrivata dalla consigliera Ambrosone, e riguarda la capiente sala convegni che è stata ricavata al primo piano della villa: “Perché viene data in maniera gratuita alle associazioni e non viene invece concessa ai partiti politici?”. La proposta è quella di mettere mano ad un regolamento delle assegnazioni da elaborare dalla Commissione stessa e da portare poi al voto in Consiglio.



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