Da IIA a Bredamenarini, ma nella sostanza cambia poco: non si vedono segnali positivi

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Non è certamente una gara a chi sta peggio. Ma sulle due realtà metalmeccaniche irpine, Stellantis di Pratola Serra ed ex IIA, da due giorni Bredamenarini spa di Flumeri, si addensano ancora nubi sul proprio futuro.
Se per Stellantis c’è stato lo sciopero generale; non ci sono reazioni alla crisi che sta attraversando l’ex IIA in valle Ufita, a tre mesi dal “closing” al Mimit, che ha in qualche modo stravolto il management precedente, capace di produrre qualcosa come 200 milioni di euro di passivo, con la scelta della Seri Industrial dei fratelli casertani Civitillo, con una sostanziosa ricapitalizzazione della società che produce autobus per il trasporto pubblico locale.

Insomma tutto faceva pensare che le cose fossero indirizzate a periodi migliori. Anche se le tute blu e i sindacati nutrivano qualche dubbio. E a poco più di tre mesi, precisamente dall’11 luglio scorso, si attende il nuovo lancio dello stabilimento di valle Ufita.
I Civitillo boys ancora stentano: così come la produzione dei mezzi, lontana dagli almeno 430 previsti. Il processo di sviluppo avviato a metà luglio scorso avrebbe bisogno di una accelerazione.

La controllata della Seri Industrial, forse è un ritorno al futuro, ha da qualche giorno cambiato denominazione: da mercoledì scorso, infatti, è tornata a chiamarsi Bredamenarini spa.
“Il cambiamento – scrive la Seri Industrial – riflette la volontà di coniugare la storicità della Menarini con la nostra visione del futuro, puntando ad una crescita continua ad un ruolo di primo piano nel settore della mobilità sostenibile”. Intanto, i lavoratori dello stabilimento di valle Ufita aspettano che qualcosa si muova davvero.



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