Contro la crisi della politica cattolici in campo – Corriere dell’Irpinia

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Di Gianni Festa

Chi farà Centro tra quanti ambiscono a catturare il voto dei moderati in cerca di una casa stabile, mentre le turbolenze dei partiti, e tra i partiti, non garantiscono più certezza nel futuro e la stabilità del governo appare sempre più precaria? In realtà è dalla fine della Dc che in molti si sono illusi di ricostruire una casa per i moderati in cui potessero abitare coloro che non amano gli estremismi. I tentativi di occupare una posizione di Centro sono stati tanti, forse troppi. Il leaderismo e talvolta il protagonismo dei singoli sono stati i limiti per la costruzione di un partito dei moderati. Nessuno, come i fatti dimostrano, è stato in grado di raccogliere l’eredità del centro che fu. Tra i tentativi più recenti, si sono registrati quelli di Casini con Mastella, di Renzi, di Calenda, e finanche in questa fase quello della segretaria del Pd Elly Schlein che vorrebbe recuperare riferimenti moderati per assicurarsi uno spazio nella formazione politica da lei guidata. Certo, sono davvero lontani i tempi in cui Alcide De Gasperi e don Sturzo costruirono la politica centrista per mediare tra sinistra e destra.

Oggi quel centro politico veste gli abiti dell’ambiguità. Nel senso che il posizionamento dei centristi o si colloca in modo definito a destra (centrodestra) o a sinistra (centrosinistra). Da qualche tempo, però, sono i cattolici a scendere in campo. Lo fanno rivendicando il ruolo avuto dal Concilio Vaticano II, attualizzandone il messaggio, e recependo l’impegno sui temi sociali di Papa Francesco. Soprattutto superando la frammentazione registratasi all’indomani della crisi dell’unità politica dei cattolici, e ragionando sulla crisi della politica e dei partiti che non riescono a dare risposte ai bisogni sociali. Così i cattolici, attraverso il linguaggio franco, ma prudente del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), si preparano a dire la loro sui problemi di maggiore attualità, come la legge sull’Autonomia differenziata regionale che oggettivamente infrange l’unità del paese, i temi della pace, della povertà, delle buone pratiche, dei migranti, della denatalità, ecc. Il segno evidente del rinnovato impegno dei cattolici è emerso, sia pure con discrezione, nel corso dei lavori del Meeting di Comunione e Liberazione svoltosi a Rimini, delle Settimane sociali a Trieste, nell’appuntamento nazionale degli scout a Verona, dove nel corso dei lavori dell’Arena di pace con don Ciotti e padre Zanotelli, alla presenza del Papa, si è discusso dei temi di maggiore rilevanza sociale. Appuntamenti a cui non sempre si è data grande attenzione, ma che sono stati utili per la creazione di una rete territoriale che comprende associazioni e movimenti diffusi in tutto il Paese. Dalle settimane sociali di Trieste è nato un “metodo” che definisce meglio il ruolo che i cattolici dovranno seguire nella società. Tra i punti centrali c’è quello dell’ascolto. “C’è qualcosa che stenta ad emergere tra chi fa politica ed è proprio la dimensione dell’ascolto – ha affermato in una intervista all’Avvenire Michele Nicoletti, filosofo e ordinario presso l’Università di Trento, tra i protagonisti della Settimana sociale -. L’ascolto deve essere una scelta culturale e non tattica , solo così si può rispondere alla crisi di partecipazione. E capita anche dentro i partiti, dove la democrazia interna spesso si esaurisce in una scelta di preferenza tra candidati che finisce per frustrare la legittima esigenza di protagonismo delle persone”.

E’ un’analisi critica sulla crisi dei valori e della partecipazione politica che ostacola l’obiettivo del bene comune. Potrebbero essere, quindi, proprio i cattolici ad occupare, nella loro autonomia, quella posizione politica di Centro recuperando i valori espressi anche nel dopoguerra che resero possibile la ricostruzione morale del Paese, oltre quella delle macerie. Ma avverte Marco Follini, uno dei politici tra i più attenti nell’osservare la questione politica-cattolici: “L’esibizione a favore di telecamera del crocifisso o dell’immagine di Padre Pio esprime il più delle volte uno zelo spiritualmente un po’sospetto. E il vantaggio politico ed elettorale che si pensa di ricavarne si rivela a sua volta quasi sempre piuttosto aleatorio”. Un pensiero espresso nel corso di un articolato ragionamento sul contesto politico. Ciò che sarà nel futuro il centro, chi darà una casa ai moderati, appartiene all’evoluzione che avranno politica e partiti. Per ora si può dire solo che il percorso dei cattolici in politica è solo all’inizio. E, naturalmente, ha tutte le caratteristiche della chiesa che si manifestano con il non dire, o dire felpato, ma sempre con grandissima prudenza. Lo stesso cardinale Zuppi, che con le sue dichiarazioni contro il premierato tanto caro alla premier Meloni, ha determinato un rapporto di quasi gelo con palazzo Chigi, ora chiarisce che i rapporti con la premier sono buoni e, quasi giustificandosi, ma senza fare marcia indietro, ribadisce che l’etica è un presupposto fondamentale nel fare politica.



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