prove di Campo largo per le regionali – Corriere dell’Irpinia

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Il modello è il Campo largo, con o senza Vincenzo De Luca. L’importante è stare insieme. Lo dice il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: “Bisogna mettersi a lavorare per una proposta politica che guardi la realtà con gli occhi della verità – afferma nel suo intervento al Forum di Sandro Ruotolo – europarlamentare pd -, che si tiene a Napoli -, sappiamo che alcune cose sono andate bene e altre no. Abbiamo bisogno di un metodo politico di partecipazione perché da soli non si risolve nessun problema. O governiamo insieme o non si va da nessuna parte”.

Secondo Manfredi, “il tema dell’alleanza non è politico, di ricetta politica ma è legato ad un sentire comune”. E spiega: “Dobbiamo evitare di correre il rischio di parlare troppo al nostro interno, di parlare troppo di argomenti che sono di ceto politico: dobbiamo parlare con i cittadini perché alla fine chi va a votare non sono i politici ma i cittadini. Dobbiamo convincere loro che le nostre sono idee nelle quali possono riconoscersi”. “Con le divisioni – sottolinea il primo cittadino – abbiamo regalato il Paese alla Meloni, ma non basta stare insieme per vincere le elezioni, ci vuole una proposta politica credibile nella quale gli elettori si riconoscano. Questa proposta politica deve mettere insieme riformismo e radicalità, non c’è possibilità altra di dare una risposta alla complessità dei cambiamenti”.

E aggiunge: “Ci vuole il coraggio in politica, se no si perde. Dobbiamo avere il coraggio di fare delle proposte che diano delle risposte. La gente quando vota deve avere una speranza, se non ha speranza o non vota o vota a destra”.

Manfredi è il più diplomatico di tutti i relatori. Non se la prende direttamente con il governatore Vincenzo De Luca. Gli altri sono un po’ caustici, quanto basta per non alimentare lo scontro. E non ci sono solo i riferimenti dell’area Schlein: oltre al deputato Marco Sarracino e Teresa Armato, assessore del Comune di Napoli, all’incontro si vedono anche dem bonacciniani: Stefano Graziano, Dario Nardella, Toni Ricciardi. Assente per motivi familiari Mario Casillo. Scontata la posizione della Sinistra e del M5s, ovvero di Roberto Speranza, Peppe
De Cristofaro e Roberto Fico: il campo largo si fa, meglio se senza De Luca.

Tra i partecipanti Antonio Gengaro: “Avvertiamo la necessità di evitare strappi nel centrosinistra, l’esigenza di stare assieme per costruire una alleanza che non è contro il governatore. E’ il benvenuto, ma non può pensare di portarsi a casa il pallone se le sue condizioni non vengono accolte: deve comunque giocarsi la partita, essere della squadra”, dice l’ex candidato del centrosinistra alle ultime amministrative di Avellino.

“La legge che vieta i tre mandati riguarda tutti – osserva -. E’ vero che ci sono state eccezioni, ma Zaia è della Lega, un partito secessionista, di centrodestra. Noi siamo il Pd, di centrosinistra, un partito plurale, democratico, federale. Non diciamo no al governatore, non gli stiamo chiedendo di ritirarsi dalla politica.

Abbiamo votato no anche al terzo mandato per i sindaci dei comuni con meno di 15mila abitanti, è un fatto di coerenza: chi occupa una carica istituzionale non può farlo a vita. Il paragone con i parlamentari non regge, perché loro assolvono una funzione legislativa e non esecutiva come fa invece il governatore della Regione. Noi – dice Gengaro – siamo contro ad un regionalismo che divide l’Italia in tanti staterelli, vogliamo una riforma che rafforzi gli enti di prossimità, nel segno del popolarismo di don Sturzo che considera il Comune come l’istituzione che è più vicina alla persona, che può meglio comprendere quali siano i suoi problemi, risolverli. Di contro, la Regione dovrebbe limitarsi a legiferare. Abbiamo una visione organica della politica e delle istituzioni. De Luca forse non lo ha compreso o non ci crede”.



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