Giustizia e dintorn: in trincea, è scontro totale

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Gerardo Di Martino *

Wow! Il governo spara contro la magistratura. La magistratura risponde al fuoco con palle incatenate contro il governo. L’avvocatura penale ricorre alle catapulte a torsione, per tiri a distanza.

Un “tutti contro tutti” che, da un po’ di tempo, ho iniziato ad osservare con una delle più classiche lenti italiane: serve solo a loro.

Cioè, per meglio dire, a chi materialmente ne ha ben donde ed usa, dunque legittimamente, secondo il proprio punto di vista, tutta la “polvere da sparo” a disposizione, per attaccare e difendersi. Oppure per difendersi ed attaccare, cambia poco.

Arriva, beh, dopo la magistratura (quella associata, il suo sindacato, l’ANM) ed il governo con misure e contromisure, anche l’astensione dei penalisti italiani dal 4 al 6 novembre.

Guardate: sono almeno 20 o 25 anni, ossia quelli che ho vissuto nel mondo giustizia e che, dunque, posso sicuramente ricordare e raccontare, quale persona informata sui fatti – pure e spesso in prima linea – che si combatte questa colossale guerra di trincea.

Data la sua natura, come storicamente acclarato, nessuno avanza. La giustizia rimane al palo. Vive di qualche soldo e un po’ di buona volontà.

Il suo cuore, quello costituito dai tribunali – dove si forma il giudizio sulla ipotesi di responsabilità, da cui poi promana tutto il resto – è sempre più debole. E su tutto, è sempre meno capace di stare al passo con i tempi e di garantire la Società, nella sua diversa dimensione.

Chissà se dalle trincee uscirà qualcuno in grado di portare la battaglia ad ottenere il superamento di un sistema che, su tutto, ritiene di poter distribuire giustizia e dare forma al diritto mediante la pratica del “sacerdozio” per i suoi registi. E più si va in alto, più la giurisdizione risponde e ritiene di rispondere al “sacerdozio” per l’interpretazione della legge, al netto logicamente di tutti gli effetti collaterali.

E che, ancora, su tutto, e proprio perciò, difficilmente riuscirà a liberarsi del suo vizio originale: il sazio non crede al digiuno.

Dalle trincee non è mai uscito un sicuro vincitore; hanno sempre perso tutti. Per quanto mi riguarda, se mai ne vedrò la fine, un applauso lo farò a chi rimarrà in piedi.

Quantomeno per la tenacia con la quale, da sempre, ci ha illuso per nulla. E tra l’altro, non in campo aperto ed a spada tratta…ma in trincea.

*avvocato



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