Menopausa: candida, bromelina antinfiammatoria, atrofia vulvovaginale

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di Laura Della Pasqua

1. Ho spesso la candida, come mai?

2. Mi dicono che la bromelina è utile come antinfiammatorio

3. Cosa vuol dire avere l’atrofia vulvovaginale?

Candida Auris

1. Ho spesso la candida, come mai?

La vagina è un ecosistema complesso dove abitano funghi dell’apparato genitale che in condizioni normali non creano alcun fastidio. Con la menopausa, le variazioni ormonali, in particolare di estrogeni, che caratterizzano questa fase del ciclo riproduttivo femminile possono alterare questo ecosistema vaginale, creando uno squilibrio tra i “batteri buoni” che qui vi risiedono. È in questa situazione che la Candida albicans, un fungo che si trova nell’apparato genitale senza creare alcun fastidio, può proliferare  in maniera incontrollata, favorendo l’insorgenza di infezioni, tra cui appunto la candida (o candidosi).

La candida in menopausa si può manifestare con prurito intimo, bruciore, irritazione e rossore dei genitali, perdite biancastre, cremose e lattiginose, dolore durante i rapporti sessuali. Come si cura? Il ginecologo può prescrivere una terapia antifungina, oltre a fermenti lattici in grado di ripristinare l’equilibrio della flora vaginale.

Non c’è solo il rischio della candida. In menopausa è facile andare incontro a infezioni urinarie ricorrenti come, ad esempio, la cistite. La riduzione dei lattobacilli nel microbiota, sia gastrointestinale che urogenitale, e il calo fisiologico delle difese immunitarie, che spesso caratterizzano il periodo della pre-menopausa e della menopausa, possono favorire l’insorgenza del disturbo. Anche in questo caso è il ginecologo a prescrivere una terapia idonea, che può includere un trattamento antibiotico, fermenti lattici, prodotti a base di estratti di mirtillo. 

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2. Mi dicono che la bromelina è utile come antinfiammatorio

La bromelina può essere un alleato delle donne in menopausa, utile per numerosi fastidi di questa fase della vita. È un enzima ad attività drenante utilizzato nel trattamento della cellulite. Le sue proprietà proteolitiche, antinfiammatorie, antiedemigene ed anticoagulanti vengono impiegate per combattere la pelle a buccia d’arancia e il gonfiore che interessa prevalentemente gli arti inferiori. Gli squilibri nell’idratazione generati dal calo degli estrogeni, possono causare o peggiorare la cellulite e il gonfiore della pancia. La bromelina può aiutare a ridurre l’infiammazione dei tessuti e a sciogliere gli edemi causati dal ristagno dei liquidi, sintomi tipici della presenza di cellulite o di adiposità localizzate.

Come antinfiammatorio può essere utile per le articolazioni, in particolare le ginocchia. Con l’avanzare dell’età e il calo degli estrogeni, le ossa vanno incontro all’usura ovvero sono più fragili e soggette a lesioni. Gli integratori a base di bromelina possono aiutare anche a creare un sollievo alle infiammazioni delle articolazioni. Va detto però che le prove a sostegno di queste indicazioni non sono sufficienti. Ci sono anche controindicazioni da tener presente. L’assunzione di bromelina potrebbe interferire con quella di alcuni antibiotici, in particolare dell’amoxicillina e delle tetracicline. Inoltre, la sua capacità di rallentare la coagulazione del sangue potrebbe portare l’enzima a interferire con l’assunzione di farmaci anticoagulanti e anti aggreganti.

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3. Cosa vuol dire avere l’atrofia vulvovaginale?

Le donne in menopausa spesso si sentono dire dal ginecologo che hanno atrofia vulvovaginale. Cerchiamo di capire cos’è e come si affronta. Gran parte della salute delle donne è determinata dagli ormoni estrogeni che sovrintendono anche al benessere della vagina per prepararla alla gravidanza. Con la menopausa, la cessazione dell’attività ovarica determina una carenza di estrogeni. Quando questi ormoni non vengono più prodotti, i recettori di cui sono ricche vagina e vulva subiscono un cambiamento dell’aspetto e di conseguenza della loro funzione. La mucosa vaginale si assottiglia, non ha più secrezioni, perde di elasticità ed è soggetta maggiormente a infezioni. Anche i genitali esterni cambiano; potrebbe avvenire un assottigliamento dello strato adiposo con un rimpicciolimento delle labbra, un aspetto atrofico della cute e un diradamento dei peli. I rapporti sessuali possono diventare dolorosi e limitare il desiderio. È l’atrofia vulvovaginale che tende a colpire più o meno la metà delle donne in menopausa, di solito non immediatamente dopo la scomparsa del ciclo, ma dopo alcuni mesi o anni. Solo in una minoranza di casi, infatti, i sintomi cominciano dopo la scomparsa del ciclo o addirittura in premenopausa. Esistono diverse soluzioni come le terapie locali con ovuli, le creme contenenti ormoni, o solo prodotti ad azione idratante e nutriente o la terapia che si assume per bocca. Ci sono poi tecnologie che permettono di riportare la mucosa vaginale alle condizioni in cui era prima della menopausa come il laser vaginale, purché utilizzato da persone esperte che siano in grado di sfruttarne i vantaggi senza fare danni, la radiofrequenza e le microiniezioni di acido ialuronico. 

















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