Emergenza idrica, Lenzi: “Temo che la crisi si protragga fino a gennaio”

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Della serie “mettetevi il cuore in pace”. Per Antonello Lenzi, amministratore unico di Alto Calore, le speranze che l’emergenza idrica possa vedere la luce dopo un tunnel infinito si assottigliano sempre di più. Lenzi, in una intervista, infatti, termina così: “La questione idrica è una emergenza senza soluzione di continuità”.

L’amministratore unico di Alto Calore, che si è incontrato a Cassano con i tecnici di Acquedotto pugliese, società che dovrebbe garantire la risorsa idrica, infatti aggiunge:” Prevedono che la situazione emergenziale si protragga per lo meno fino a gennaio”.

Per affrontarne, subito dopo, un’altra: quella da primavera in poi. Insomma non c’è pace. E, sopratutto, non si cerca davvero di mettere fine ad una crisi che non è di quest’anno e nemmeno di quello precedente. Ma che risale a moltissimo tempo fa. Quella che le comunità irpine stanno vivendo, continua Lenzi, “è una crisi epocale”. Sorgenti e serbatoi vuoti, il degrado delle reti idriche. Lo stesso Lenzi crede che, a questo punto, “si debba aprire, non solo in Irpinia ma in Italia meridionale, la questione idrica. È necessario che chi ha competenza prenda consapevolezza della proporzione del problema.  E ognuno si attrezzi a dare il proprio contributo e valore aggiunto per approcciare la questione in maniera tale che si possa iniziare a pensare che in un futuro non troppo lontano non abbia a ripetersi una situazione di questo tipo incredibile”.

Ma c’è un’altra cosa che i cittadini, e i sindaci della provincia, faticano a spiegarsi: le cosiddette interruzioni selvagge del servizio idrico. Cioè senza nessun preavviso. E Lenzi, in questo caso, precisa: “Le chiusure notturne sono sistematiche e, a volte, si aggiungono quelle diurne”. Queste ultime”non sono chiusure programmate”. E, in ogni caso, sembrerebbe ancora peggio. “Quando sono preventivabili (le chiusure notturne, ndr) avvertiamo tempestivamente con una Pec. Talvolta succede che, nonostante non ci siano situazioni oggettive che giustificano, la risorsa idrica venga meno”.



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