Tappi in sughero, plastica o alluminio: perché riciclarli

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Sapevi che molti dei tappi e coperchi di uso comune possono avere una seconda vita, indipendente dalla confezione che chiudono? Vi si ricavano plastiche di alta qualità, trattate come ingredienti preziosi da ditte specializzate e raccolti da onlus per finanziare progetti sociali. Oppure truciolato di sughero, che diventa materiale per oggetti di design e bioedilizia. Ma anche alluminio dal riuso praticamente infinito. Ecco, allora, perché vale la pena separarli.

Tappi in plastica, preziosi

Parafrasando un famoso proverbio, si potrebbe dire che nel pezzo piccolo ci sta la plastica buona. O meglio, la più buona! Già, perché i tappi di bottigliette, detersivi, dentifrici o pennarelli sono fatti di una qualità superiore, ossia una miscela di polietilene e polipropilene ad alta densità. In pratica, un materiale più resistente rispetto alle bottigliette e, dunque, riciclabile molte volte.

Dai tappi, per esempio, si ottengono cassette ortofrutticole, paraurti per i veicoli, pannelli isolanti e reti arancioni da cantiere. È facile capire, perciò, che gettarli insieme ai contenitori di plastica è solo uno spreco di risorse, anche perché le macchine dei centri di riciclo non sempre riescono a individuare e smistare le varie componenti di un oggetto.

Non solo: in virtù del loro valore economico, molte onlus si attivano per la raccolta dei tappi ottenendo fondi a sostegno dei propri progetti. Una delle prime a farlo, nel 2003, è stata il Centro mondialità sviluppo reciproco di Livorno (info su cmsr.org), onlus per la cooperazione internazionale, che ha allestito raccoglitori in tutta Italia tra bar, negozi e scuole, mediante una rete di volontari. Ed è proprio grazie al ricavato della vendita di questi materiali alle ditte specializzate che sono stati costruiti acquedotti e pozzi nelle zone aride della Tanzania (in vent’anni 4.241.717 kg di tappi hanno permesso ricavi per costruire 66 pozzi e 10 acquedotti).

Anche la Fondazione Malattie del Sangue E.T.S. di Milano, che assiste i pazienti affetti da malattie ematologiche e sostiene i ricercatori del Laboratorio di Ricerca dell’Ematologia dell’Ospedale Niguarda, raccoglie nelle sue sedi lombarde i tappi di plastica e di sughero. Solo nel 2023, lo smercio di 122,4 tonnellate di tappi di plastica e 17,6 tonnellate di tappi in sughero ha permesso di raccogliere 37.400 € (info su malattiedelsangue.org).

Una buona ragione per non buttarli insieme alle bottigliette nel cassonetto della plastica, ma separarli e portarli in un centro di raccolta installato dalle associazioni che si occupano di ritirarli.

Tappi in sughero, nobili

In principio era una corteccia ricavata dalle querce, le nobili quercus suber. Una pianta mediterranea molto comune in Sardegna (ma anche in Francia, Spagna, Marocco, Algeria e Tunisia) che fornisce un materiale leggero, elastico e traspirante, ideale per i tappi delle bottiglie di vino. Inoltre, il sughero, isolante, ignifugo e impermeabile, si presta bene anche a diventare la materia prima di pannelli fonoassorbenti e termoisolanti, usati in bioedilizia, oltre a trasformarsi in oggetti di design per la casa.

Vale la pena, perciò recuperarlo, come sa bene Rilegno, il consorzio nazionale di raccolta, recupero e riciclo degli imballaggi di legno, che dedica una sezione specifica nelle centinaia di piattaforme di recupero installate nelle isole ecologiche di tutta Italia (le trovi sul sito di rilegno.org).

Attento al recupero del sughero è anche Amorin Cork, il leader europeo nella produzione di tappi in sughero, che ha una filiale italiana con sede a Conegliano (Tv). Proprio loro hanno lanciato la linea di arredo design Suber, che viene realizzata dalla granina ottenuta dalla macina dei tappi in sughero raccolti da varie onlus grazie al progetto di economia circolare Etico.

Ultima nata in questa direzione è la campagna “Tappi x Tappi”, che vede insieme Amorin Cork Italia (amorimcorkitalia.com) e la piattaforma di delivery vinicola Winelivery per la raccolta e il riciclo. In sole quattro settimane (la prima fase della collaborazione si è appena conclusa), sono stati recuperati tremila tappi che verranno donati alla onlus A Braccia Aperte, che opera sostenendo famiglie in difficoltà. Il bottino di sughero verrà acquistato da Amorin Cork Italia andando così a finanziare i progetti dell’associazione. U

n accordo virtuoso che continuerà coinvolgendo bar ed enoteche del circuito (li trovi su winelivery.com/it), dove i clienti possono conferire i tappi raccolti.

Tappi in alluminio, eterni

Non solo lattine. L’alluminio si trova anche nei coperchi dei barattoli e dei vasetti degli yogurt, nei tappi a vite delle bottiglie, nelle capsule del caffè. Tutti riciclabili al 100% e riutilizzabili infinite volte. Questo materiale, infatti, se riciclato consente enormi risparmi in termini di energia, circa il 95% in meno rispetto alla produzione primaria e abbattimento di emissioni a effetto serra.

Sono i dati che ha calcolato l’European Aluminium Foil Association, sottolineando come in Europa la media di riciclaggio dei tappi a vite in alluminio si assesti intorno al 40%. Una percentuale che potrebbe salire se fossimo noi consumatori a separarli correttamente da bottiglie e vasetti di vetro o plastica e conferiti nel cassonetto dell’alluminio, dove presente, oppure in quello della plastica o dei multimateriali, a seconda delle disposizioni del proprio comune di residenza.

Questo materiale leggero, duttile e durevole, infatti, è indistruttibile, tanto che oltre il 75% dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in circolo. In pratica, si potrebbe vivere con quello in circolazione senza bisogno di estrarne di nuovo. Lo dimostra Cial, il Consorzio nazionale per il riciclo dell’alluminio (cial.it), che ha avviato diversi progetti circolari.

Fra i più fiorenti c’è Positive Cup, l’iniziativa in collaborazione con Nespresso Italia, Utilitalia e il Consorzio Italiano Compostatori che dal 2011 raccoglie le capsule di caffè in alluminio usate (la polvere viene recuperata come compost). Attivo in una settantina di città italiane da Nord a Sud, nel 2019 ha permesso di ritirare più di 1.335 tonnellate di capsule.

La normativa anti-spreco

Te ne sarai accorta aprendo le bottiglie d’acqua. Dal 3 luglio 2024, infatti, è entrata in vigore la normativa europea che obbliga a mettere in commercio bottiglie con tappi agganciati alla confezione (i cosiddetti tethered caps, tappi legati). La normativa vale per tutte le bottiglie in PET (polietilene tereftalato) entro i 3 litri e ha lo scopo di ridurre la dispersione della plastica monouso nell’ambiente.

Come rileva il rapporto Beach litter di Legambiente 2024, che ha monitorato 33 spiagge italiane lungo 179.000 mq di coste, tappi e coperchi di plastica sono infatti tra i rifiuti più raccolti tra la sabbia (dopo mozziconi di sigarette e pezzi plastici di varie dimensioni). Con i tappi legati se ne vuol facilitare anche la selezione e il recupero perché da sfusi rischiano di non venir intercettati dagli impianti di selezione. A meno che non vengano raccolti a parte e conferiti a chi di dovere (come spiegato nell’articolo) garantendo una buona azione.

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