Una riflessione sull’universo letterario di Franco Festa. E’ il titolo dell’incontro “La città al nero dal dopoguerra ai giorni nostri nei romanzi di Franco Festa” promosso dall’associazione Orizzonti, in programma il 28 novembre dalle 18, presso la sede del Circolo della stampa. Franco Festa, scrittore e già docente di matematica, parlerà dei romanzi noir ambientati ad Avellino. A dialogare con lui il giornalista Generoso Picone. Le letture saranno a cura di Gennaro Saveriano. Un universo, quello costruito da Festa, che si fa spazio di riflessione su passato e presente della città di Avellino.
Le indagini dei commissari Melillo e Matarazzo, protagonisti dei romanzi, diventano spazio per ripercorrere la memoria della città e le sue trasformazioni, dalla speculazione edilizia degli anni ’60 alla difficile stagione della ricostruzione post sisma, autentico spartiacque, dai fermenti che investono la città negli anni ’70 con le proteste dei giovani e l’esperienza della chiesa di San Ciro guidata da Pio Falcolini e don Michele Grella alla città sonnecchiosa e immobile del presente. Centrale il ruolo della borghesia, trasformatasi da classe produttiva, capace di assurmersi responsabilità e promuovere il bene comune in un ceto sociale passivo, rinchiuso nei suoi spazi privati o essa stessa contagiata dall’ansia di arricchirsi. E’ lo stesso Festa ad aver sottolineato nelle sue interviste come il romanzo giallo diventa nei suoi romanzi “un’esplorazione cittadina, in una riflessione su aspetti della società, indagata nei suoi problemi, ambienti e tipi umani più vari mentre è colpita dal crimine”. “Dalla fine della guerra ai primi anni ’60 – ci ricorda l’autore – Avellino è una piccola città di provincia che si sviluppa lungo il consueto percorso, a partire dal centro storico, aggrumato intorno al duomo sulla Collina della Terra e articolato tra strade e luoghi di miseria, poi lungo l’imbuto dello Stretto, traboccante di meravigliosi negozi, fino al Corso….una città che conserva ancora una forte struttura identitaria di piccoli commercianti e di impiegati, di lavoratori autonomi e operai e in cui la vita si sviluppa per strada, nei bar, nei quattro cinema, nelle lunghe passeggiate per il Corso, nello spensierato oziare nella centrale Villa comunale”.