Aree interne e Biodigestore: cercasi serietà e concretezza – IL CIRIACO

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Aree interne. Sono due parole che racchiudono una questione complessa sulla quale la politica dibatte e si scontra da decenni: perlopiù senza venirne a capo. Questa volta sembra diverso almeno nelle intenzioni. Il periodo di emergenza che abbiamo vissuto, la consapevolezza che questi territori possono rappresentare la via di fuga verso una vita più tranquilla e con le opportunità offerte da una zona estesa ma con una densità abitativa enormemente inferiore all’area napoletana. Non solo. Le ingenti risorse contenute nel Ricovery Fund dell’Unione Europea arriveranno anche qui e dunque questa rappresenta l’ultima grande occasione. A patto che si parli di cose realizzabili, utili e si faccia tutto con serietà. Francesco Todisco, che delle aree interne si sta occupando da tempo, ha messo il dito nella piaga denunciando, con un realismo quanto mai apprezzabile, la lamentazione eccessiva che arriva dal territorio condita peraltro da un approccio sbagliato al problema. E’ inutile – è in sostanza il ragionamento del capolista di “Democratici e Progressisti” – riempirsi la bocca con paroloni come telemedicina e teledidattica quando in alcuni comuni è difficile usare anche il cellulare”. E non c’è solo questo. Todisco avrebbe anche potuto parlare dei trasporti, della sanità, dei servizi e cosi via. In sostanza prima di arrivare a vagheggiare delle zone interne come avamposto della modernità più spinta la politica dovrebbe darsi da fare per garantire a queste zone condizioni normali di vivibilità e poi, magari, del resto ne riparliamo.  A proposito di cose di cui riparlare è tornato di moda il Biodigestore. Sarà sicuramente argomento delle prossime settimane di campagna elettorale, ma venerdì è in programma la manifestazione ad Avellino, ma Maurizio Petracca, consigliere uscente e candidato del Pd, l’ha tirato fuori durante l’intervento alla presentazione del suo comitato elettorale, ricordando di essere stato sempre contrario (ed è vero) e non nascondendo lo stupore perché oggi in tanti, soprattutto tra gli organi di informazione, si ritrovano sulle sue posizioni. A dire la verità non ci risulta che siano state manifestazioni di giubilo, men che mai degli organi di informazione, per la scelta di Chianche (a parte quelle del sindaco Grillo), ma la questione è un’altra: se siamo davvero tutti d’accordo sulla necessità di individuare un’altra area chi ha responsabilità politiche ed istituzionali deve attivarsi seriamente. Tocca all’Ato certo, ma la Regione ha pure dato il via libera ad un finanziamento (con risorse europee) per studio di fattibilità e progetto preliminare. E allora come la mettiamo? Siamo davvero tutti contrari o lo si dice tanto per dire? Bene, si prenda una strada diversa, le soluzioni alternative non mancano. Ma questo è un compito che non spetta alla stampa.



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