Avellino – Italia Viva punta a diventare il secondo partito della coalizione di centrosinistra, tra i temi che metterà in campo c’è sicuramente quello della sanità, molto caro ad Antonello Cerrato che, oggi, ha inaugurato il suo comitato elettorale a Corso Vittorio Emanuele.
«L’esperienza del Covid mi ha insegnato tanto nel dover gestire una struttura sanitaria complessa – spiega. Ho capito quali sono stati i punti deboli della nostra sanità, soprattutto quella territoriale, ma nello stesso tempo abbiamo avuto un grande vantaggio: aver riscoperto il coraggio e la professionalità di grandi uomini e donne che operano nel settore». L’ambito della sanità richiede una serie interventi per migliorare i servizi offerti: «C’è tanto da fare, penso all’informatizzazione della rete dei servizi territoriali, un collegamento con la medicina di base, una vicinanza maggiore ai pazienti, ai malati, ma soprattutto l’umanizzazione della sanità. E questa la sfida del futuro sulla quale lavorerò», spiega Cerrato.
Non solo sanità perché l’attuale direttore sanitario della Clinica Montevergine, vanta anche un’importante esperienza politica iniziata nel 2004 e attualmente in corso. A inizio anno il suo nome era dato tra i candidati in quota centrodestra, prima del passaggio ad Italia Viva. Sul punto Cerrato fa chiarezza: «La mia esperienza è sempre stata civica. Oggi a Montoro stiamo con un sindaco del centrodestra, ma sempre nell’ambito del civismo. Fino a tre anni fa sono stato coordinatore del Pd di Montoro Superiore per nove anni, quindi sono tutt’altro che di destra – sottolinea. A gennaio ci furono dei colloqui con quella parte politica, ma poi non se ne fece nulla. Nei successivi 5 mesi è successo quello che conosciamo tutti. C’è stato un forte avvicinamento da parte dell’entourage di De Luca nei mie confronti. Avrei preferito continuare questa avventura nell’ambito del civismo, ma la mia area di appartenenza, anche quando stavo nel Pd, era dei moderati, cattolici, progressisti. Italia Viva è vicina a quelle che è la mia appartenenza e per me è una grande opportunità poter esprimere quelle che sono le mie idee nell’ambito della sanità, dell’ambiente, dello sviluppo. Poi dal 22 settembre si aprirà un nuovo capitolo per una crescita politica».
L’obiettivo dichiarato di Italia Viva, come sottolineato più volte dal capolista Enzo Alaia, è quello di diventare il secondo partito della coalizione di centrosinistra, sicuramente un obiettivo ambizioso per un partito alla sua prima esperienza elettorale. «I sondaggi ci dicono che la percentuale sembrerebbe crescere lentamente, ma si basano sui simboli dei partiti e non sui contenuti delle liste – spiega Cerrato. Le persone candidate con Italia Viva sono molto vicine alle persone e provengono da un’esperienza amministrativa come la mia, sappiamo stare tra la gente. C’è un margine di crescita molto alto e le previsioni di Alaia credo che siano realistiche». Oltre a quello che saprà dire Italia Viva in questa campagna elettorale, il partito di Renzi proverà a sfruttare anche altri fattori come «la probabile discesa di un partito come il Pd, soprattutto per gli ultimi eventi un po’ discutibili, per usare un eufemismo, ma c’è da considerare anche lo scarso peso di civismo presente nelle altre liste, senza dimenticare la crisi della destra. Credo che questa formazione, avendo un rapporto con un cittadino porta a porta, vicino e costante, possa essere la vera sorpresa della campagna elettorale».
Cerrato, inoltre, fa chiarezza anche sul pronto soccorso di Solofra che, secondo gli oppositori di De Luca, sarebbe vittima di un progetto volto a portarlo alla chiusura.
«Il presidio ospedaliero di Solofra, come quelli territoriali in genere, non chiuderà perché il bacino di utenza che raccoglie è di almeno 50 mila unità. La nostra sfida deve avere una visione a medio termine riempiendo, un ospedale territoriale come quello, di contenuti di alta specialità. Non dobbiamo fare brutte copie di altre strutture ospedaliere o aprire il pronto soccorso giusto per farlo. Noi dobbiamo puntare a un primo soccorso specializzato – spiega Cerrato. In un ambiente come quello del solofrano avrebbe molto senso mettere un reparto di degenza di medicina del lavoro, ad esempio, ma anche mettere la specialistica oculistica. Per riuscirci serve una visione a medio termine e soprattutto tenerlo aperto. È questa la sfida del futuro. Io credo che nella politica e nella sanità campana ci sia bisogno di più professionalità e meno politichese».
A proposito di sanità, gli oppositori di De Luca sostengono che, soprattutto durante l’emergenza Covid, la Regione avrebbe dato troppi soldi alla sanità privata sottraendoli a quella pubblica. «Penso che sia un falso problema e, onestamente, non so nemmeno se siano vere queste accuse. Io credo che il problema vero sia che c’è una sanità privata molto virtuosa che sta crescendo con nuove forme di economia e approvvigionamento. Pensiamo, ad esempio, alle polizze sanitarie e a tutto il percorso assicurativo che si fa, questa è una nuova sfida. Ma anche il concetto di umanizzazione delle cure. Noi possiamo anche avere un medico bravissimo o un infermiere eccellente, ma che non sanno avere un rapporto umano con il paziente. Dobbiamo investire su questo. Stanno per arrivare molti fondi perché siamo rientrati dall’emergenza e dal commissariamento, vanno investiti per elevare il livello della sanità pubblica, metterlo al pari con quello della sanità privata che è di grande qualità. Se elevi la competizione elevi anche il livello di assistenza».