La “provocazione”, come lui stesso l’ha definita, l’ha fatta Dario Franceschini, ex segretario del Pd, già ministro per i beni culturali. Con un colpo di spugna nel dibattito in corso sulla crisi deivpartiti, ha cancellato le esperienze fatte nel passato dal centrosinistra: allargato, al cosiddettovcampo largo, o all’inclusione del Centro dei cattolici nel Pd, fino a resettare lo stesso Ulivo di Romano Prodi. La proposta è una vera e propria rivoluzione. In sintesi: i partiti vadano al voto – dice Franceschini- ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale. Aggiunge, poi, che “è sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra”. Il presupposto affinchè questo
possa avvenire è l’adozione di una legge elettorale con il sistema proporzionale.
LA FREDDEZZA DELLA SCHLEIN E IL DIBATTITO NEL PD
La proposta coglie tutti di sorpresa, soprattutto nel Partito democratico. E meraviglia non poco come la segretaria nazionale del Pd, che aveva visto suo importante sponsor per la elezione alla guida del partito, Franceschini, forse non avendo avuto il tempo di confrontarsi, o forse no, ha girato alla larga affermando: “Preferisco i temi concreti, non entrerei in questi dibattito”.
Non così, sempre nel Pd, Marco Furfaro, capogruppo in Commissione Affari sociali della Camera, che ritiene la proposta dell’ex leader democristiano interessante, soprattutto per la cancellazione delle esperienze del passato.
Sempre nel Pd, Walter Verini sostiene di essere favorevole “per una legge elettorale che dia potere ai cittadini. I quali devono sapere prima cosa il proprio partito o coalizione propone e dove vuole portare il voto. Fare accordi dopo il voto, come hanno ipotizzato nel mio partito come lo stesso Franceschini, è sbagliato”.
E aggiunge: “Dobbiamo valorizzare la politica in una logica bipolare, e per fare ciò bisogna fare in modo che programmi, candidature e leadership siano proposti prima ai cittadini. Chi vince governa e chi perde fa opposizione, per poi fare alternanza.
I modelli sono diversi, purché non si torni a pratiche della Prima Repubblica, quando i governi si facevano dopo le elezioni e c’era instabilità, tradendo il voto dei cittadini”.
RENZI: PRESENTA PROPOSTA DI LEGGE
Per il presidente di Italia Viva, Matteo Renzi che aveva definito Franceschini un “volpone” ora annuncia una sua iniziativa. “Dario prova a tentare quelli di Forza Italia sul proporzionale. La maggioranza – afferma l’ex presidente del Consiglio – fa quadrato sulla legge elettorale.
Noi presenteremo una proposta di legge per ripristinare le preferenze (che sono state cancellate nel 1994 e sono state reintrodotte per un breve periodo solo dall’Italicum poi fatto fuori – sostanzialmente – dal referendum) Meloni ha sempre detto sì alle preferenze. Io dico che cambierà idea”.
PROPOSTA INTERESSANTE
Al quasi scetticismo nel Pd si oppongono quanti trovano interessante la proposta di Franceschini. “Mi sembra una proposta interessante – dice Stefano Patuanelli – capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato. “Si può valutare”. Chi non ne vuole sapere, o fa solo finta di disinteressarsene, è Matteo Salvini: “Non mi sto occupando di legge elettorale e non è la mia passione…”, afferma quasi infastidito.
IL SI’ A CONDIZIONE DEI MODERATI
Per il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi il cambio della legge con l’adozione del sistema proporzionale è una opportunità. “Siamo favorevoli ad una legge elettorale – afferma Lupi- proporzionale con premio di maggioranza, sul modello delle regioni, con elezione diretta del premier e preferenze”, snaturando in parte la proposta Franceschini che esclude il premierato.
GIOISCE FI
La proposta di Franceschini trova accoglienza in Forza Italia che però ne snatura il significato. Dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “A sinistra non si illudano che noi abbandoniamo il centrodestra per un sistema elettorale diverso. Sono favorevole al proporzionale ma in un ambito di coalizione.
FRATELLI D’ITALIA E IL PREMERIATO
Alberto Balboni di Fratelli d’Italia coglie al balzo l’occasione della proposta Franceschini per coniugarne il percorso con in prenmierato. “Sarà possibile incardinare una nuova legge elettorale – afferma l’esponente del partito di Meloni – prima che si concluda il passaggio parlamentare sul premierato? “Io credo di sì”. “Sono favorevole al bipolarismo, unica forma compiuta di democrazia perché – prosegue – consente l’alternanza e consente agli elettori che sono sovrani di decidere prima da chi vogliono essere governati.