“Ci stiamo confrontando e ci sono dei terreni in comune. Ma sarebbe ancora più cinico presentarsi in coalizione ed esibire una unità fittizia senza misurarsi concretamente anche sulle questioni che ci dividono. Sarebbe una finta alleanza che si sfalderebbe il giorno dopo le elezioni”. Così il leader 5s, Giuseppe Conte, in una intervista a Repubblica.
Quella di Dario Franceschini, dice “è una proposta che guardo con attenzione, perché è un tentativo di rendere compatibili le differenze”.
Col Pd, al momento ci sono dei “punti in comune ma anche questioni fondamentali che ci dividono”.
L’atteggiamento sulla guerra in Ucraina, innanzitutto. “La pace, ad esempio, per noi è dirimente mentre il Pd ha sposato, con la maggioranza di governo, una linea di sostegno incondizionato anche militare all’Ucraina e persegue l’isolamento della Russia”.
Ma non è solo la pace che unisce Pd e M5s: “Con Schlein ci siamo finalmente ritrovati sul salario minimo, sulla riduzione dell’orario di lavoro, sull’autonomia differenziata, sui congedi parentali…”.
Ma ci sono altre distinzioni come sulla sanità perchè “non basta chiedere più soldi per la sanità, dobbiamo anche allontanarci da una gestione regionale del passato, in parte affidata alla sinistra, costellata da inefficienze, sprechi e occupazione clientelare.
Conte assicura che il “M5s è in prima linea a costruire un progetto politico alternativo a questo governo, ma anche la storia e l’identità del M5s vanno rispettate. Il confronto con le altre forze è possibile solo in un quadro di chiarezza e di coerenza”.