Porta avanti la sua battaglia Antonietta Oliva, vedova di Pasquale Campanello, ma non nasconde la propria indignazione “La speranza è sempre più flebile, lo Stato non ha saputo difendere chi lo stava servendo. Ancora oggi, dopo 33 anni, non conosciamo i volti di chi si è macchiato del delitto di mio marito”. Sovrintendente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria , in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, l’8 febbraio 1993, Pasquale Campanello venne ucciso da quattro killer con quindici colpi di pistola a distanza ravvicinata in un agguato sotto la sua abitazione a Mercogliano. Da anni la vedova Campanello chiede giustizia. Lo fa mantenendo viva la memoria del marito, raccontando la sua storia alle scuole di Avellino, come ha fatto questa mattina, incontrando gli studenti dell’IC di Mercogliano. Si dice pronta a incontrare Gratteri che aveva promesso di riaprire le indagini legate ma ammette che “fino ad oggi non si è mosso nulla”. Un delitto, quello di Pasquale, che si inquadra negli anni della sperimentazione del carcere duro: uomo retto e fedele servitore dello Stato, non si sarebbe piegato a scomode richieste dei boss, applicando rigorosamente la legge
Antonietta ricorda come uno dei suoi figli Armando abbia scelto di seguire le orme del padre “E’ la conferma che non abbiamo preso a calci lo Stato, malgrado quello che è accaduto, non abbiamo mai pensato di girare le spalle al nostro paese. Pasquale era uomo che dedicava la sua vita alla famiglia, capace di donare loro un affetto profondo”. A portare i suoi saluti il sindaco Vittorio D’Alessio che ha posto l’accento sul valore della testimonianza di Antonietta e Davide Perrotta di Libera che da tempo affianca Antonietta nella sua ricerca di verità e la dirigente scolastica Alessandra Tarantino. A partecipare all’incontro anche Fiorentino Saveriano e Stefania Porraro della Pro loco che hanno ringraziato Antonietta per le sue parole “Diciamo grazie ad Antonietta perchè la sua testimonianza, semplice, vibrante, intensa, riesce sempre a costruire ponti di speranza, quelli di cui tutti, soprattutto al giorno d’ oggi, hanno bisogno. Ha trasformato il dolore in azione, esattamente come avrebbe fatto Pasquale, infondendo coraggio e lasciando ai ragazzi un prezioso messaggio di vita”