Quante volte ci è capitato di sentir pronunciare, durante le campagne elettorali, parole come “entusiasmo” e “partecipazione”, termini che fanno parte del lessico delle elezioni e con i quali i candidati intendono sottolineare l’attenzione con la quale vengono seguiti sia durante i loro interventi pubblici sia nelle dichiarazioni agli organi di informazione. L’entusiasmo e la partecipazione sono andate scemando col passare degli anni, marcando in maniera evidente, in taluni casi finanche clamorosa, il progressivo distacco dei cittadini dalla politica. Un trend che sembra molto difficile invertire, appena mitigato dall’invasione dei social, dove la partecipazione talvolta è “scomposta” e l’entusiasmo diventa troppo facilmente astio. Certo, la campagna elettorale risveglia qualche interesse in più ma non è detto che si tramuti poi nel voto. E’ infatti, l’astensionismo il grande nemico di partiti e candidati il numero che, in percentuale, vale più di una forza politica di maggioranza relativa e che dunque condiziona non poco l’analisi dei risultati. Quanto peserà l’astensionismo in Campania? E quali saranno i partiti e i candidati destinati a pagare dazio all’assenza dalle urne? Non occorre essere dei sondaggisti di professione per capire che anche in queste occasione la percentuale di elettori che decideranno di passare la domenica e il lunedi lontani dai seggi sarà abbastanza elevata. Non solo. Le procedure di sicurezza renderanno certamente più complesse e lente le operazioni di ingresso e lo svolgimento delle operazioni di voto e questo potrebbe scoraggiare oltremodo soprattutto coloro che sono ancora indecisi. E’ una situazione da non sottovalutare e che si va ad aggiungere alla oramai consolidata diffidenza verso la politica e chi la rappresenta. Per queste ragioni potrebbe addirittura andare peggio nelle regioni dove si voterà solo per il referendum: in quel caso è facile prevedere una elevata percentuale di astensione. Per stare all’incidenza che il fenomeno potrebbe avere su partiti e candidati va considerato che De Luca dispone di 15 liste e dunque qualcosina potrebbe perdere anche se è facile immaginare che il dato del Governatore sarà superiore alle sue liste. Più granitico potrebbe essere il blocco delle liste a sostegno di Caldoro (che non ha lo stesso appeal del Governatore uscente) ma che è in numero inferiore. In ogni caso la variabile dell’astensionismo va tenuta assolutamente in conto, magari non sarà determinante ma certo sarà lo specchio fedele di una politica il cui cammino verso la riconquista della credibilità perduta è ancora lungo.