Coroanvirus, Prefettura chiarisce sul Dvr: va integrato. Cna: “diffidare da pseudo consulenti” – IL CIRIACO

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La Cna di Avellino presieduta da Michele Carifano ringrazia la Dott.ssa Paola Spena, Prefetto di Avellino, “per la considerazione del nostro ruolo di rappresentanza delle imprese e per la celerità con cui ha riscontrato, con nota del del 5 maggio 2020 che di seguito si riporta, la nostra richiesta di chiarimenti inviata il 3 maggio, sull’obbligo di “aggiornare” o “integrare” il Documento di Valutazione dei Rischi aziendali”.

… Ciò posto, con riguardo alla predisposizione del D.V.R., non può che richiamarsi il recente intervento del Ministro della Salute, che con circolare del 29 aprile 2020 n. 14915, a pag. 6, ultimo capoverso, ha sancito l’obbligo del datore di lavoro di adottare “una serie di azioni che andranno ad integrare il DVR, atte a prevenire il rischio di infezione da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro contribuendo, altresì, alla prevenzione della diffusione dell’epidemia”.

“Sulla scorta di questo chiarimento – comunica il presidente Carifano – riteniamo doveroso un ulteriore approfondimento. Potrà sembrare argomento di parva materia disquisire sui termini “aggiornare” o “integrare”, ma nei fatti così non è.

Nella terminologia giuridico-amministrativa i termini hanno il loro preciso significato e producono effetti diversi, soprattutto nell’applicazione di leggi e disposizioni.

Il termine “integrare” il DVR, nel nostro caso vuol dire aggiungere elementi mancanti al DVR, con le prescrizioni aggiuntive nel rispetto del Protocollo del 24 aprile 2020, per contemplare misure di contrasto nei luoghi di lavoro al diffondersi del Coronavirus.

Il termine “aggiornare” il DVR, nel nostro caso significherebbe (o qualcuno ha inteso significare) rielaborare il Documento di Valutazione dei Rischi.

In questa seconda definizione/interpretazione si muovono “affari” di alcuni pseudo consulenti senza scrupolo che, muovendosi sul tracciato del terrorismo psicologico, sono attivi nel propinare consulenze e, a loro dire, erogare formazione obbligatoria, producendo con il sistema del “copia e incolla” documenti che ormai sono, in forma gratuita, a disposizione di tutti come allegati a DPCM e Circolari varie, grazie anche all’egregio lavoro di Organismi riconosciuti e qualificati come Governo, Ministeri, Iss, Inail, ecc..

Gli esperti di oggi per il contrasto al Coronavirus sono gli stessi che qualche mese fa erano esperti di Gas Radon e ancora prima si qualificavano conoscitori delle norme sulla privacy, sulla qualità, sulla sicurezza, etc. etc. etc. …

Come atto finale, questi sedicenti esperti, consegnano l’elaborazione cartacea del nuovo Documento di Valutazione dei Rischi, illudendo i Datori di Lavoro che quel documento li metta al riparo da eventuali sanzioni e gli conceda la possibilità di continuare la propria attività. Nella logica del “sistemiamo le carte”.

Noi consigliamo alle imprese di mettere alla porta chiunque in questo momento proponga a pagamento consulenze o formazione obbligatoria per gli adeguamenti previsti dalle norme di contrasto al Coronavirus.

L’unica figura professionale, oltre gli Organismi sanitari istituzionali e riconosciuti, con cui in questo momento i datori di lavoro devono (non possono) rapportarsi è il Medico Competente aziendale. E’ con lui che devono studiare i sistemi di contrasto al contagio nel proprio luogo di lavoro, nel rispetto del Protocollo del 24 aprile 2020 siglato da Governo e Parti Sociali. Nel Protocollo c’è riportato con chiarezza quali sono gli obblighi del datore di lavoro.

Per venire incontro alle esigenze delle imprese, la nostra struttura Nazionale ha definito l’elaborazione (con un format simile) di singoli Codici di Autoregolamentazione nel rispetto del Protocollo, articolati per ogni mestiere, che saranno messi a disposizione GRATUITAMENTE di tutti gli imprenditori che ne facciano richiesta.

Il tema della sicurezza sul lavoro e dell’accesso ai luoghi di lavoro (dipendenti, clienti, fornitori) rappresenta uno dei punti nevralgici su cui giocare la sfida della ripartenza.
L’obiettivo è quello di poter assicurare la continuità delle attività, offrendo alle aziende uno strumento utile a bilanciare le esigenze delle imprese con la volontà e il bisogno di garantire l’adozione di misure di prevenzione dal contagio.

Ricordiamo che il Protocollo è auto-applicativo e non necessita di ulteriori accordi sindacali, né a livello territoriale né settoriale.

Ciascun datore di lavoro, pertanto, dovrà attuare le misure indicate nel Protocollo “tenendo conto della specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali”, senza la necessità di rivolgersi a pseudo esperti in materia di contrasto al Coronavirus.
Stiamo operando affinché le aziende non siano costrette da sole ad orientarsi in un contesto di regole rese caotiche e disomogenee forse volutamente.

È solo il caso di ricordare che le regole comuni definite o che si definiranno a livello Nazionale dovranno costituire il riferimento alla base delle interlocuzioni con analoghi interventi promossi dalla Regione e altre Istituzioni.

I prossimi giorni saranno fondamentali per definire l’evoluzione della cosiddetta Fase 2 e, come avvenuto finora, saremo pronti ad intervenire tempestivamente per accompagnare le imprese in questo mare magnum.
In definitiva, è del tutto evidente che ogni singolo codice di autoregolamentazione, che assume così il ruolo di strumento applicativo del Protocollo nelle singole imprese, deve essere personalizzato per la propria attività, insieme al Medico Competente, a tutti i lavoratori, e anche a fornitori e clienti.

La CNA Avellino sarà, come sempre, al fianco e a tutela dei propri Associati e di tutte le imprese che ci accordano fiducia.

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