“Avellino rischia di perdere la propria sede di Corte di Giustizia Tributaria. E si ritroverebbe ad essere l’unico capoluogo di provincia a vivere questa condizione nella ipotesi di accorpamento con Benevento. E’ quanto emerge dalla ipotesi di semplificazione allo studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di una scelta insensata, molto penalizzante per l’Irpinia e che, soprattutto, non si fonda su alcun parametro oggettivo, ma evidentemente solo su di una subalternità politica del nostro territorio che a Roma, presso il governo centrale, non è tenuto nella giusta considerazione “. Lo dichiara Maurizio Petracca, consigliere regionale e presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania.
“Il Mef – spiega Petracca – è, infatti, pronto a tagliare 64 delle 103 Corti di Giustizia Tributaria con una ipotesi accorpamento del 62% dei tribunali abilitati ad occuparsi dei ricorsi tributari di I grado. Non è una questione campanilistica, né si tratta di dare vita ad un braccio di ferro tra Avellino e Benevento, ma è evidente come questa scelta non tiene conto di criteri oggettivi quali il numero di abitanti, il numero di imprese presenti sui due territori, il numero di ricorsi attualmente trattati. La sede di Avellino, perciò, merita di restare attiva sia alla luce dei criteri dettati dalla legge delega n.11/2023, sia alla luce dei criteri individuati dal MEF secondo quanto recentemente pubblicato dal Sole24Ore. In particolare spiccano l’estensione territoriale, il numero di Comuni e di abitanti, il numero di imprese, il numero di ricorsi trattati negli ultimi due anni. Ecco in tutti i casi Avellino risponde perfettamente ai criteri previsti per legge in confronto alla performance del Sannio. E’ per queste ragioni che non si comprende la scelta di tagliare Avellino e di accorpare la sede irpina a quella di Benevento“.
“Trovo sacrosanta – così conclude Petracca – la presa di posizione assunta dalla Camera degli Avvocati Tributaristi di Avellino che stigmatizza questa ipotesi illogica. A loro si sono aggiunti anche i commercialisti della provincia di Avellino che pure trovano la scelta penalizzante per il territorio irpino non solo in termini di prestigio, ma anche in termini di efficienza dei servizi. La richiesta è indirizzata al Mef, quella di rivedere questa scelta scellerata. E’ compito dei parlamentari irpini, in particolare quelli di maggioranza, sostenere le istanze del territorio che sono chiamati a rappresentare. Non è la prima volta che questo governo si dimostra poco attento alle esigenze dell’Irpinia e alle sue opportunità di crescita. Se questa scelta così ingiusta non dovesse essere rivista, ci troveremmo di fronte ad una sorta di accanimento contro un territorio e le sue comunità”.