L’Anpi ricorda il carabiniere antifascista Modestino Guaschino nell’ottantesimo anniversario della morte – Corriere dell’Irpinia

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Un convegno per ricordare, a ottant’anni dalla morte, la figura di Modestino Guaschino, carabiniere antifascista a cui è intitolata la neonata sezione avellinese dell’Ampi. E’ l’iniziativa in programma alle 17.00 del 12 marzo al Circolo della Stampa in corso Vittorio Emanuele II, n°6. Interverranno Giovanni Capobianco, presidente comitato provinciale Anpi Avellino, Emiliana Mannese, docente Università di Salerno, Mariagrazia Lombardi, docente Università di Salerno. Modera Antonello Di Somma, presidente Anpi Avellino. Seguirà un concerto di quintetto classico con Luigi Miele, Igina Gaia, Samuele Ziccardi, Daniele Giuseppe Zucchetto, Manuel Molinaro.

Nato ad Avellino il 9 febbraio del 1909. Per lavoro si trasferì a Villa Carcina, in provincia di Brescia, dove fu Brigadiere dei Carabinieri. Successivamente all’armistizio dell’8 settembre 1943 prese nettamente posizione contro il regime fascista ed iniziò a combatterlo attivamente riuscendo ad evitare l’internamento di molti giovani della Val Trompia. Inoltre nel maggio del 1944, anziché consegnarli alle forze repubblicane, condusse alle forze partigiane due piloti inglesi, precipitati con il loro aereo sui monti fra Villa e Brione. La sua evidente attività antifascista divenne presto nota alle autorità e perciò nel giugno del 1944 abbandonò la carica di Brigadiere dei Carabinieri, per diventare Guardia giurata allo stabilimento BPD di Villa Cogozzo (frazione di Villa Carcina).

Nel marzo del 1945, a seguito di un agguato mortale compiuto da due appartenenti alla formazione partigiana Gruppi d’Azione Patriottica, ebbe inizio la brutale rappresaglia delle forze repubblicane.

Fu così che le Brigate Nere uccisero dapprima Francesco Scaletti, poi Armando Lottieri, quindi la sera dell’11 marzo prelevarono con la forza dalla propria abitazione di Pregno (frazione di Villa Carcina) Modestino Guaschino e dopo averlo torturato per ore, senza riuscire a farlo parlare, attorno all’una del giorno dopo (12 marzo 1945) lo uccisero con una raffica di mitra ed un colpo alla nuca.

 



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