“Modestino Guaschino rappresenta l’essenza dei valori della nostra Costituzione, Il suo esempio deve guidarci ogni giorno. Oggi più che mai, è tempo di schierarsi, di scegliere da che parte stare, di fronte a scenari che rischiano di diventare apocalittici”. Lo sottolinea la professoressa Emiliana Mannese, in occasione del convegno per ricordare, a ottant’anni dalla morte, la figura di Modestino Guaschino, carabiniere antifascista, a cui è intitolata la neonata sezione avellinese dell’Ampi. E’ Antonello Di Somma, alla guida della sezione cittadina, a sottolineare come il nuovo presidio democratico, intitolato a Guaschino, martire irpino della Resistenza, nasce dalla volontà di riaffermare con forza la lotta per i valori di democrazia, libertà, uguaglianza e pace, “fondamenti della Resistenza e della nostra Carta costituzionale, ideali condivisi con l’ANPI da tutte le forze democratiche che hanno partecipato alla Resistenza al nazifascismo. Fondare una nuova sezione ANPI vuol dire, oggi più che mai – spiega Di Somma – continuare a tenere vivo l’esempio dei padri costituenti nella società civile, nelle agenzie educative, nelle istituzioni e soprattutto nelle nuove generazioni”.
E’ quindi il presidente dell’ANPI provinciale Giovanni Capobianco. a ricordare il sacrificio di Guaschino , in servizio a Villa Carcina, in provincia di Brescia nell’arma dei Carabinieri. “Dopo l’armistizio lascerà l’arma, prendendo netta posizione contro il regime fascista. Parte attiva del Cln clandestino di Villa Carcina. diventerà un sorvegliato speciale, ritenuto uno dei leader che congiuravano per pianificare il collasso del regime, Poi dopo l’agguato mortale compiuto da due appartenenti alla formazione partigiana Gruppi d’Azione Patriottica, ebbe inizio la brutale rappresaglia delle forze repubblicane. Fu così che le Brigate Nere uccisero dapprima Francesco Scaletti, poi Armando Lottieri, quindi la sera dell’11 marzo prelevarono con la forza dalla propria abitazione di Pregno (frazione di Villa Carcina) Modestino Guaschino e dopo averlo torturato per ore, senza riuscire a farlo parlare, Mozziconi di sigaretta spenti nella sua carne, dita spezzate, unghie strappate, piedi bruciati. Non gli riparmiarono nulla. Ma non un nome esce dalla sua bocca. Attorno all’una del giorno dopo (12 marzo 1945) lo uccisero con una raffica di mitra ed un colpo alla nuca. Lo lasciarono sul terreno come un cane randagio, perché tutti lo vedano. E temano. Anche Anna, la moglie, saprà presto della morte del figlio”.
E ricorda come anche nel capoluogo furono in azione partigiani, decisi a contrastare i fascisti, quindi sottolinea la volontà di rendergli omaggio anche in occasione del 25 aprile, coinvolgendo le nuove generazioni. E’ Mariagrazia Lombardi dell’Università di Salerno a parlare di una lezione di libertà e impegno che arriva dal sacrificio di Guaschino “La sua fu una scelta eticamente ponderata. Ecco perchè abbiamo il dovere di continuare a raccontare la sua storia. Un dovere istituzionale e insieme pedagogico”. Mannese ricorda come il suo sacrificio abbia salvato oltre 40 famiglie “Malgrado le torture, non rivelò nessun nome di antifascisti mentre avrebbe avuto tanti motivi per farlo, a partire dalla moglie in attesa di un figlio. Ho sempre sentito mio zio come un padre costituente, capace di dare la vita per un ideale. Uno slancio di cui avvertiamo con forza il bisogno. Ecco perchè l’educazione ai valori di libertà e democrazia deve partire dalle scuole”. E non è un caso che alla memoria del brigadiere Modestino Guaschino siano state dedicate due vie pubbliche: la prima a Villa Carcina, in occasione del 50° anniversario della sua morte; la seconda nella città natale di Avellino. Infine, a Villa Carcina, nell’omonima via, sarà posta una targa a ricordo del luogo dell’assassinio. Un incontro che diventa anche l’occasione per porre l’accento sulla recrudescenza del fascismo a cui oggi si assiste, che chiede a tutti di non stare a guardare. A rendere omaggio a Guaschino anche Liliana Segre che ha voluto far pervenire una lettera per sottolineare come “Guaschino è stato un eroe militare e civile, simbolo di quei militari italiani che scelsero di stare dalla parte giusta”.
nterverranno Giovanni Capobianco, presidente comitato provinciale Anpi Avellino, Emiliana Mannese, docente Università di Salerno, Mariagrazia Lombardi, docente Università di Salerno. Modera Antonello Di Somma, presidente Anpi Avellino. Seguirà un concerto di quintetto classico con Luigi Miele, Igina Gaia, Samuele Ziccardi, Daniele Giuseppe Zucchetto, Manuel Molinaro.
Nato ad Avellino il 9 febbraio del 1909. Per lavoro si trasferì a Villa Carcina, in provincia di Brescia, dove fu Brigadiere dei Carabinieri. Successivamente all’armistizio dell’8 settembre 1943 prese nettamente posizione contro il regime fascista ed iniziò a combatterlo attivamente riuscendo ad evitare l’internamento di molti giovani della Val Trompia. Inoltre nel maggio del 1944, anziché consegnarli alle forze repubblicane, condusse alle forze partigiane due piloti inglesi, precipitati con il loro aereo sui monti fra Villa e Brione. La sua evidente attività antifascista divenne presto nota alle autorità e perciò nel giugno del 1944 abbandonò la carica di Brigadiere dei Carabinieri, per diventare Guardia giurata allo stabilimento BPD di Villa Cogozzo (frazione di Villa Carcina).
Nel marzo del 1945, a seguito di un agguato mortale compiuto da due appartenenti alla formazione partigiana Gruppi d’Azione Patriottica, ebbe inizio la brutale rappresaglia delle forze repubblicane.
Fu così che le Brigate Nere uccisero dapprima Francesco Scaletti, poi Armando Lottieri, quindi la sera dell’11 marzo prelevarono con la forza dalla propria abitazione di Pregno (frazione di Villa Carcina) Modestino Guaschino e dopo averlo torturato per ore, senza riuscire a farlo parlare, attorno all’una del giorno dopo (12 marzo 1945) lo uccisero con una raffica di mitra ed un colpo alla nuca.