CentroDonna, a Visioni “Un anno difficile” e le contraddizioni della società di oggi tra consumismo sfrenato e attivisti fanatici

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Nuovo appuntamento firmato Visioni, promosso dal CentroDonna, in collaborazione con Quaderni di CinemaSud, al Cinema Partenio. Una rassegna che, nel ricordo di Franca Troisi, donna coraggiosa, in prima linea nelle battaglie in difesa dei diritti, sceglie di raccontare il presente tra paure e contraddizioni. Si proietta il 19 marzo, alle 17,30 e alle 19.30, “Un anno difficile”. Olivier Nakache ed Erik Toledano, fanno centro ancora una volta con un film dalla scrittura raffinata e coinvolgente in cui riescono a fare convivere tono da commedia e impegno politico per una satira sul consumismo compulsivo e le nuove forme di militanza e di attivismo ecologista messe in atto dai ragazzi.

Siamo a Parigi. La capitale francese è in preda al delirio del Black Friday. Tra coloro che aspettano, con ansia, l’apertura di uno dei negozi (in questo caso di elettronica) c’è il protagonista Albert, interpretato da Pio Marmai. Tra lui e i clienti del negozio, prima dell’apertura, però, ci sono un gruppo di manifestanti attivisti per l’ambiente e contro ogni tipo di consumismo, capitanati da Valentine, interpretata da Noemie Merlant, che tentano di impedire alle persone di entrare all’interno dell’area commerciale, ma invano.

Albert, che lavoro in aeroporto, vive di espedienti, vendendo, ad esempio, oggetti sequestrati ai controlli per racimolare qualche soldo in più. La sua strada, ben presto, si incrocerà con quella di Bruno, interpretato da Jonathan Cohen, un uomo indebitato fino al collo e che, non riuscendo ad uscire dalla spiacevole situazione, si imbottisce di ansiolitici, fino anche a perdere conoscenza, a cui Albert deve vendere un televisore, precedentemente da lui acquistato a poco al Black Friday.

Albert e Bruno, ben presto diventano amici. Un giorno, però, i due vengono avvicinati da uno degli attivisti visti in precedenza, lasciandosi convincere ad indirizzarsi verso il loro raduno, dove avrebbero ottenuto birra gratis. Nonostante le iniziali motivazioni, però, i due non si allontanano dal gruppo, iniziando a farne parte e cambiare, lentamente, la loro vita.

Ad emergere le contraddizioni del nostro tempo, come spiega il regista “Henry è il riflesso perfetto di quello che è il paradosso di noi esseri umani. Abbiamo fatto uno stage con questo movimento fortemente ecologista che si chiama ‘Estinzione e ribellione’ ed è stato incredibile constatare come molti dei suoi aderenti lavorino nella pubblicità, nelle grandi multinazionale, mantenendo la loro parte di attivismo. Ci sono tantissimi volontari che aiutano chi è consumatore compulsivo a contenere la propria inclinazione, e tra questi vi è anche un ex banchiere che nel tempo libero andava a giocare al casinò e che inevitabilmente ha ispirato il personaggio di Henri”.

 



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