Al Goleto rivivono la storia e la fede, con la comunità Benedettina di S.Angelo dei Lombardi e Mercogliano – Corriere dell’Irpinia

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Dopo oltre 250 anni, presso l’Abbazia del Goleto, a Sant’Angelo dei Lombardi, dopo il ritorno dei Monaci Benedettini, vergeniani, avvenuta nel novembre scorso, c’è stato il solenne rito della Professione Temporanea di Dom Gregorio Emanuel Davide Spina.
Nella Cappella di San Luca, con un rito presieduto dall’Abate di Montevergine S.E. Riccardo Luca Guariglia, e da  S.E.Mons. Pasquale Cascio, nostro Ordinario Diocesano,  Arcivescovo, presenti circa 15 Monaci Benedettini Verginiani, di Montevergine, Dom Dongiovanni, Rettore della Cappellania dell’Abbazia, Mons. Tarcisio Gambalonga, don Piero Fulchini parroco,  don Piercarlo Donatiello, diversi sacerdoti, ancora circa 15 Suore in gran parte Benedettine, una folta rappresentanza di Bari amici di Don Gregorio, il Sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio, con fascia tricolore, il vice Sindaco Gianluca Antoniello di Sant’Angelo dei Lombardi, accompagnato dal consigliere Antonio Fischetti, una rappresentanza della parrocchia di Sant’Angelo,  il presidente  della Pro Loco di Mercogliano Fiorentino Saveriano, con alcuni collaboratori,  il presidente della Pro Loco Alta Irpinia di Sant’Angelo dei Lombardi, alcuni frequentatori dell’Abbazia sin dai tempi di Padre Lucio, c’è stata la solenne cerimonia di Professione Temporanea di Dom Gregorio Emanuel Davide Spina.
Tanta è stata l’emozione e la suggestione che questa cerimonia ha provocato nei cuori di tutti i presenti. Tra le pareti della straordinaria Cappella di San Luca tra capitelli corinzi, 12 colonne, i significativi resti di affreschi importanti sono ritornati a riecheggiare i canti delle solenni liturgie abbaziali con il profumo dell’incenso, le professioni di fede e la solennità dei concelebranti.

Dopo aver percorso la scala Santa, con il lungo serpente con il pomo in bocca come passamano, nella Cappella dedicata all’evangelista Luca, c’è stato un tuffo nel passato, un immersione tra la storia che ritorna, con gli echi di un passato che con la nuova presenza della comunità Benedettina, vuole proiettare questa Abbazia nel futuro e allora chiudendo gli occhi ascoltando i canti, seguendo la liturgia, con la voce autorevole dell’Abbate che ha guidato con l’omelia la meditazione,  è sembrato di vedere la vita monastica dell’Abbazia tra le Suore e Padri Verginiani figli di San Benedetto e San Guglielmo, con le loro tuniche bianche pregare Dio e invocare la Pace nel mondo.
Sì, un tuffo nel passato, ma per fare un salto nel futuro, in un territorio dove predomina la desertificazione, l’emigrazione e l’abbandono di giovani, di uomini e donne, di ragazzi senza speranza verso nuove terre per costruire un futuro migliore. In questa terra solo la voce forte della Chiesa si è levata per denunciare “la mezzanotte del Mezzogiorno”.
Auguri al Dom Gregorio Spina che possa proseguire il suo cammino verso la definitiva conferma della professione religiosa e alla comunità dei Padri Benedettini di Montevergine con sede anche al Goleto, affinché possano continuare a crescere nelle vocazioni e nella testimonianza di fede, nel raccontare che “Dio ama gli uomini.”     Tony Lucido



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