Vietare la vendita di animali sulle piattaforme on-line. Avviata l’azione inibitoria da parte del “Partito Animalista Italiano” e di “Difesa Consumatori e Contribuenti”, dopo il caso dell’uomo di Benevento che avrebbe comprato cani on-line per poi violentarli.
E’ stata avviata l’azione inibitoria, per le norme sulla class action, per vietare la vendita di animali sulle piattaforme on-line, per ora almeno sulle principali, questo grazie alle norme del Codice del Consumo e del riformato codice di procedura civile. Lo riferisce l’avv. Cristiano Ceriello, presidente del Partito Animalista Italiano e responsabile legale dell’associazione nazionale dei consumatori “Difesa Consumatori e Contribuenti”, ente registrato al Ministero della Giustizia nell’apposito “elenco delle organizzazioni e associazioni legittimate a proporre l’azione di classe (class action) e soprattutto l’azione inibitoria collettiva ai sensi dell’articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile”.
Il caso su cui si sta lavorando in queste ore e che ha inorridito l’Italia, ribadisce l’avv. Ceriello, e cioè quello di un uomo di Benevento che avrebbe comprato cani on-line per poi violentarli può essere solo la “punta dell’iceberg” di una realtà che oramai è fuori controllo. Non basta aver denunciato alla Procura della Repubblica di Benevento con un esposto del Partito Animalista l’uomo ed i fatti, serve agire per debellare un commercio indiscriminato che spesso nasconde non solo accumulatori seriali, ma un business e realtà poco chiare, spesso creando anche l’anticamera del fenomeno randagismo.
E’ stata avviata l’azione inibitoria con la notifica di diffide ex art. 840-sexiesdecies cpc, per ora, alle principali piattaforme della rete, seguiranno i social e altri siti specializzati. Come riporta il Dott. Pasquale Di Carluccio, presidente di “Difesa Consumatori e Contribuenti”, purtroppo in questa vendita indiscriminata ed incontrollata non ci sono solo a volte folli accumulatori seriali, commerci al limite della liceità, ma la vendita indiscriminata di cucciolate spesso è causa del “fenomeno randagismo”, e cioè sono documentati casi di cuccioli rimasti invenduti che, oramai “fuori mercato” perchè tutti vogliono principalmente cuccioli a casa, poi finiscono in strada abbandonati, alimentando appunto il randagismo delle nostre strade. Serve un divieto che se non è ancora arrivato per Legge, ma ora è stato avviato per vie giudiziarie, con l’azione inibitoria che poi arriverà in Tribunale.
Che cos’è l’azione inibitoria avviata da “Difesa Consumatori e Contribuenti” e dal “Partito Animalista Italiano”? L’azione inibitoria, ai sensi del nuovo art. 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, consente di ottenere dal Tribunale una pronuncia che blocchi un’attività che possa danneggiare consumatori, cittadini e l’ordine pubblico, che miri cioè a far cessare un’azione (quella di consentire le vendite on-line di animali) potenzialmente pericolosa e che possa dare adito ad illegalità ed illeciti.
In queste ore, quindi, firmate dall’avv. Cristiano Ceriello, sono partite le prime messe in mora alle principali piattaforme on-line per diffidare la cessazione delle vendite di animali, dopo dieci giorni sarà iscritto ricorso davanti al Tribunale competente per l’ottenimento di sentenza inibitoria.