Referendum, ecco le ragioni del No. Villone: risparmio risibile e territori senza rappresentanza – IL CIRIACO

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Il giorno del Referendum si avvicina, e all’ingresso della Villa Comunale di Avellino si è svolta una manifestazione del Comitato Provinciale per il No. 
Ospite d’eccezione Massimo Villone:  docente emerito di Diritto Costituzionale alla Federico II di Napoli, Costituzionalista, e quattro volte Senatore della Repubblica

Questa la sua tesi in favore del ‘no’ al Referendum: “I motivi del sì sono inesistenti. Si parla di risparmio, che però è risibile. L’inefficienza è un argomento inesistente: può essere che il Parlamento sia inefficiente, ma solo se la maggioranza litiga, e lo vediamo in questi giorni, tra Mes e la questione del vertice dei servizi segreti, o come abbiamo visto in passato sulla fecondazione assistita o il sussidio assistito. Non è quindi una questione di numeri o di regole: si litiga in pochi come si litiga in molti, quindi non cambierebbe nulla. C’è invece una grave questione di rappresentanza, di forza politiche, di territori, perché soprattutto nelle regioni piccole e medie il risultato inevitabile sarà che in Parlamento arriveranno poche forze politiche. Ci saranno territori con 2,3, massimo 4 elementi a differenza di altre regioni. Oggi c’è bisogno di rappresentanza parlamentare perché la rete territoriale dei partiti non c’è più, quindi l’ascolto del cittadino che ha un problema da manifestare molto spesso è parlamentare molto più di ieri“.

Si rischia un Parlamento d’élite? Questo il suo pensiero: “Questo è già un Parlamento dominato dall’oligarchia, fatto in gran parte da nominati: con le liste bloccate, che non concedono la scelta del rappresentante agli elettori, sono in pochi a decidere chi va in Parlamento. Se dovessimo tagliare i numeri, domani saranno ancor meno e sarà ancor peggio, con i gruppi di potere delle lobbies che potranno condizionare a loro piacimento le scelte che investono il paese. Bisogna allargare la rappresentanza, quindi l’esatto contrario di quello che si vuole fare“.

I sostenitori del ‘sì’ credono che si possa velocizzare la democrazia con meno parlamentari: “Si litiga in pochi come in molti, dicevo prima. Ed è lì che si fa il ping pong tra Camera e Senato, o che le leggi rimangono nel cassetto. Se si è di meno forse la situazione potrebbe pure peggiorare: tagliare i numeri potrebbe creare inefficienza nel lavoro parlamentare, come sa chiunque abbia avuto esperienza nel lavoro parlamentare. Ma qui evidentemente contano solo gli slogan per chi vuole il sì, e non l’esperienza“.

Il PD nelle prime tre letture ha votato ‘no’, mentre nell’ultima (dopo la formazione del Governo) ha votato ‘sì’: “Penso sia un grave errore, soprattutto del segretario Zingaretti: ha crocifisso il partito su una scelta che, alla fine, non è una vittoria del PD, ma una vittoria di altri. Il partito potrà solamente soffrirne nell’immagine, e si nota dal fatto che elementi importanti del PD siano orientati per il ‘no’ indipendentemente da ciò che dice il segretario“.



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