Regionali, da Ariano a Cesinali: i due modi opposti di intendere la politica e il governo – IL CIRIACO

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E’ il gioco delle parti in campagna elettorale: la faccia truce dell’opposizione contro la serenità di chi è maggioranza. Si, la si potrebbe anche leggere cosi questa giornata irpina di campagna elettorale, però mancherebbe qualcosa. Il comizio del leader della Lega, Matteo Salvini e il dibattito tra De Luca e De Mita sono agli antipodi e rappresentano due modi opposti di intendere la politica. L’ex Ministro dell’Interno usa il tono che gli è congeniale: duro, senza mezzi termini come deve fare un leader dell’opposizione. Ma le invettive salviniane, però, rischiano di infrangersi sul muro della noia. La solita solfa, in sostanza, arricchita dalle proposte che, però, sembrano sempre avere i piedi di argilla. Investire sugli ospedali (sarebbe utile il Mes ma la Lega non lo vuole), detassare le imprese (ma poi le risorse andrebbero comunque reperite altrove) e la possibilità di avere un modello di governo finalmente efficiente anche in Campania (certo detto da un cittadino della Lombardia riesce difficile da credere). Ma Salvini è questo, prendere o lasciare, e nella sua arringa in piazza Municipio ha usato tutta la sua ars oratoria per spronare il popolo del Carroccio mentre nelle interviste a margine ha nominato poco o nulla Stefano Caldoro. Prima i campani certo, ma ancor prima la Lega perché queste elezioni per l’ex Ministro dell’Interno sono decisive per il suo futuro politico e per la battaglia contro il governo nazionale. A Cesinali, nel pomeriggio, è andato invece in scena un confronto tra due personaggi di esperienza politica decisamente superiore. Ognuno può avere, di De Luca e De Mita, l’opinione che vuole, ma non si può non riconoscere che l’approccio alle questioni è decisamente più politico, reca in sé la consapevolezza della complessità della sfida di governo, prova a disegnare un futuro pur nell’incertezza di una situazione che certo non è ancora definita. De Luca è al governo della più grande regione del Mezzogiorno, a lui non può bastare dire semplicemente “più investimenti negli ospedali”: quegli investimenti poi De Luca li deve effettivamente fare, perché questo è il compito che è dato a chi sta al governo. Se la Lega dovesse conquistare la Campania e, in futuro, tornare al governo nazionale dovrebbe necessariamente rivedere il modo in cui si rapporta alle questioni. Salvini dovrebbe essere più simile a Zaia (non a caso un compatitor interno per la leadership del partito) che con la sfida del governo si misura da tempo avendone compreso tutti i risvolti, cosa che non è per Salvini. Un difetto che per un leader non è cosa da poco.



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