Un irpino come testimonial della membership dell’Inter – IL CIRIACO

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Nella provincia di Avellino il sentimento di attaccamento ai colori biancoverdi, specialmente quando si parla di calcio, è ben radicato negli irpini. Ma per chi non ha avuto la fortuna di vivere in prima persona gli anni d’oro del club, quando militava in massima serie e affrontava le squadre più importanti del campionato, capita che la squadra del cuore giochi campionati più prestigiosi di quelli in cui compete l’Avellino. Ed ogni tanto capita di poter vivere in prima persona queste enormi realtà. È quello che è successo a Luca Imparato, atripaldese doc e già fisioterapista della Scandone durante l’ultimo anno di A1 e attualmente nello staff tecnico del Basket Club Irpinia, trovatosi a diventare testimonial della Black membership dell’Inter.

Un’esperienza sicuramente non usuale della quale abbiamo parlato col protagonista in prima persona.

 

Ritrovarsi ad essere il volto di una campagna pubblicitaria di un grande club come l’Inter non è una cosa che capita tutti i giorni. Come è successo?

“È nato tutto per gioco. Un mio amico, tra l’altro originario di Avellino, che lavora nel settore marketing dell’Inter mi ha comunicato che quest’anno stavano cercando dei tifosi per lanciare i pacchetti della membership. Mi aveva avvisato che non sarebbe stato lui a scegliere ma mi ha invitato a mandare un video di presentazione. Sia io che mio fratello abbiamo provato, più che altro per la grande passione per l’Inter che in famiglia abbiamo. Non è che avessimo grandi speranze ma mi hanno selezionato e ho avuto questa bella opportunità”.

Hai quindi avuto questa opportunità di andare a Milano ed entrare in contatto con un mondo che sembra molto lontano. Raccontaci le tue emozioni.

“Devo dire che è stato molto emozionante poter avere questo privilegio. Non è certo il mio lavoro e rimarrà una esperienza a sé stante, ma sono molto orgoglioso di aver potuto contribuire in piccolo ad aiutare la squadra per la quale tifo da sempre. Ci sono delle foto che testimoniano come la maglia dell’Inter sia la prima cosa che ho indossato, logicamente per volontà di mio padre. E così come lui ha inculcato questa passione a me e mio fratello spero di poterla passare ai miei figli. È stato bello poter assaggiare quel mondo dove spero un giorno di arrivare grazie alla mia professione”.

Come hai detto il tuo lavoro è un altro e hai ambizioni. Hai già avuto molto a che fare con il basket in questi anni. Partiamo dalla tua esperienza con la Scandone.

“Quella è stata indubbiamente l’esperienza lavorativa più bella della mia vita. Ho avuto una grande opportunità con la squadra della mia città per la quale avevo sempre tifato nello sport che ho sempre praticato. Ho incontrato molti professionisti importanti che mi hanno aiutato a crescere e con i quali è stato bello confrontarsi, ho imparato come è vivere uno spogliatoio di quel livello e ho avuto la possibilità di viaggiare in giro per l’Europa in occasione della Basketball Champions League. Avrei dovuto far parte dello staff tecnico anche nella stagione successiva ma sappiamo tutti come è andata. Spero che si possa tornare presto a respirare quel tipo di passione e a vedere un basket di alto livello”.

Ora sei invece il fisioterapista del BCI, con cui peraltro hai giocato fino ad un paio di stagioni fa.

“È stato tutto molto naturale. Conosco bene l’ambiente per essere stato un giocatore e quando il mio impegno con la Scandone è venuto meno ci siamo subito messi d’accordo. L’anno scorso è andato molto bene e stavamo ingranando, soprattutto grazie all’arrivo di Garbis che aveva cambiato faccia alla squadra. Poi è arrivata la pandemia e lo stop dei campionati. È stato un peccato perché avremmo potuto giocarci le nostre carte ai playoff. Adesso però siamo concentrati sulla nuova stagione, che penso parta questa settimana. La società ha allestito un roster competitivo, riconfermando Garbis ma anche storiche colonne come Ferrara e Johnson, e mi auguro che possiamo riprendere da dove avevamo lasciato”.

La tua attività è quindi tutta concentrata su questo tipo di collaborazioni sportive?

“Assolutamente no. Lo sport è sempre stato una parte importante della mia vita, ed infatti sono uno dei soci del Beach Inside ad Atripalda, dove stiamo con successo promuovendo lo sport su sabbia da qualche anno, e amo fare questo mestiere in ambito sportivo ma sto per aprire un centro specializzato, sempre ad Atripalda. Credo che sarà tutto pronto per il prossimo mese. Sono molto emozionato per questa nuova esperienza, perché finalmente coronerò il sogno di avere una mia attività, un obiettivo che mi ero posto sin dalla fine del mio percorso di studi”.





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