“Non si può delegittimare la volontà di 16 consigli comunali. Se errore c’è stato, chi oggi lo contesta doveva avvertirci” – IL CIRIACO

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«A parole nessuno mette in discussione il modello di azienda consortile. Vogliono azzerare quanto fatto fino ad ora e ripartire. In che modo? Ho provato a chiederlo, ma nessuno è in grado di rispondere né il sindaco di Avellino né quelli dei comuni più piccoli le cui posizioni spesso cambiano velocemente». Nunziante Picariello, sindaco di Capriglia Irpina e presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ambito A4 commenta così lo stallo in cui l’azienda consortile dei servizi sociali si è ritrovata dopo che il sindaco Gianluca Festa ha impugnato la procedura pubblica di selezione con cui, dopo mesi di ritardo, a gennaio era stato designato quale direttore generale Raffaele D’Elia mai entrato in funzione perché il suo contratto di lavoro è rimasto chiuso in un cassetto privo di firma.

Picariello chiarisce la sua posizione all’indomani dell’assemblea dei sindaci (leggi qui) che avrebbe dovuto sbloccare la situazione di impasse ma che, in realtà, si è conclusa con un nulla di fatto rimandando la palla ad un’aula di Tribunale che deciderà definitivamente sulla mancata nomina del direttore.

«Il Comune di Avellino, in particolare alcuni funzionari, mette in dubbio il regolamento approvato da ben 16 consigli comunali soprattutto nella parte che riguarda la nomina della commissione giudicatrice dell’avviso pubblico per la selezione del direttore generale e la firma del contratto di lavoro conseguente da parte del presidente dell’ambito. A questo punto – incalza Picariello- qualcuno dovrebbe farci capire se il regolamento è totalmente sbagliato, e quindi bisognerà tornare nei consigli comunali per annullarlo e approvarne un altro, oppure se va corretta solo la parte contestata. Quello che è certo è che l’articolo 34 del regolamento approvato da tutti noi, Avellino compresa, prevede che la commissione esaminatrice per la nomina del direttore generale viene composta da segretari generali del comuni che afferiscono all’ambito e, una volta raccolte le disponibilità, viene nominata dall’assemblea consortile. Da quello che oggi il Comune di Avellino mette nero su bianco, avremmo commesso un abuso perché, questa la tesi del capoluogo, avrebbe dovuto essere nominata dai tecnici. A questo punto la domanda che pongo è come mani, a distanza di due anni, nessun segretario comunale si è reso conto di quello che abbiamo votato nei nostri consigli comunali. Se i consigli comunali sono sovrani, non può essere un funzionario comunale, per quanto titolato e preparato, a mettere in dubbio quello che hanno votato gli eletti di sedici comuni. A maggior ragione se oggi chi mette in dubbio il nostro lavoro è stato presidente di quella stessa commissione esaminatrice che oggi contesta». Il riferimento, per quanto non esplicito, è chiaramente al segretario generale del Comune di Avellino Vincenzo Lissa che ha accompagnato l’iter per mettere in moto l’azienda consortile. «Altro che politica, gli atti propedeutici alla costituzione dell’azienda consortile sono stati approvati sotto la “regia” di ben tre commissari prefettizi che nel 2019 erano alla guida del Comune di Avellino. Oggi chi ha espletato una gara, esaminato le domande e decretato un vincitore, ci dice che è tutto sbagliato. Da presidente dell’assemblea- afferma Picariello- ho portato l’esito della gara per il direttore generale all’attenzione dei sindaci applicando quanto previsto dall’articolo 34 del regolamento. Quindi per me non c’è nulla da sanare, e se gli atti approvati da ben 16 comuni devono essere annullati allora ci si rivolga al Tar. Un singolo Comune non può invalidare la volontà politica di consiglieri democraticamente e legittimamente eletti in ben sedici realtà. Perchè chi oggi dice che abbiamo sbagliato tutto, non ha fermato l’iter prima? Se lo avesse fatto oggi non saremo a rischio di dover pagare ingenti danni al vincitore dell’avviso pubblico. Se D’Elia fa causa all’ambito, anche alla luce della risposta che il Comune di Avellino ha dato alla sua diffida a procedere alla contrattualizzazione, verremmo chiamati tutti in causa pur non essendo stati assolutamente coinvolti dal capoluogo in questa sua personale decisione di impugnare la nomina. Se proprio si nutrivano dubbi sulla correttezza delle procedure, sarebbe stato forse più opportuno dare un incarico ad un soggetto terzo, estraneo all’ente, per una valutazione definitiva. Invece hanno deciso anche sulle nostre teste. Sia chiaro, io non tifo per nessuno. In questi anni mi sono solo prodigato affinchè l’ambito A4 si incamminasse su percorso virtuoso e realmente efficace nell’erogare i giusti servizi ai cittadini. Ancora una volta è il Comune di Avellino a tornare indietro sui suoi passi e bloccare tutto».

Almeno sulla programmazione però l’accordo è stato trovato. «Festa, di cui non condivido il modus operandi ma gli riconosco di essersi ritrovato una volta eletto con l’azienda già incardinata e dunque legittimamente può valutare quella scelta in modo negativo, ha portato la programmazione 2018 e i servizi ai cittadini non saranno bloccati. Su questo chiaramente si è trovata l’unanimità». Chi secondo Picariello latita in questo momento, quantomeno sotto il profilo istituzionale, è la Regione Campania che attraverso l’assessore Lucia Fortini aveva accompagnato sin dal 2018 la nascita del nuovo soggetto giuridico per la governance dei servizi sociali. «La Regione? Credo non possa fare più lo struzzo. Non c’è da attendere che qualcuno la chiami in causa perché tutti gli atti che circolano pubblicamente sulla stampa, sono stati trasmessi anche alla Regione che sa benissimo cosa sta accadendo. Ho l’impressione che a Palazzo Santa Lucia preferiscano restare a guardare, senza entrare nel merito».



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