A 80 anni dal bombardamento, gli studenti del Convitto nel segno della memoria

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I ragazzi del Convitto Nazionale ” Pietro Colletta” ad 80 anni dal bombardamento che sorprese e sconvolse Avellino la mattina del 14 settembre del ‘ 43 hanno avuto l’ occasione presso la Sala “Penta” della Biblioteca Provinciale di Avellino di confrontarsi con il giornalista Gianluca Amatucci che ha illustrato loro articoli di giorrnale, materiale audio, video e fotografico emerso dalle sue ricerche, che saranno prossimamente pubblicate come “Lettere dal fronte” e dagli archivi della Biblioteca, grazie anche all’ impegno del personale guidato dalle Dott.sse Valente e Festa. Pieno il supporto documentario organizzativo delle Prof sse Ermelinda Ciampi e Giuseppina Satalino, mentre il Prof.Caruso Pellegrino ha avuto a cuore l’ iniziativa per avere l’ occasione di condividere la testimonianza della madre Lucia Sena in Caruso che fu bimba di 7 anni, coinvolta nei disagi e nelle tensioni di quei giorni. La sua casa fu sconvolta e depredata ma si salvo’ un pianoforte forse perché di fattura a tedesca ed uno spartito di Beethoven , che vengono rievocati come simbolo di speranza delle arti che frenano le cattive inclinazioni dell’animo umano. Particolarmente emozionante il minuto di silenzio osservato dalle scolaresche, suddivise in due gruppi per motivi logistici, ma immedesimate dallo stesso afflato ben evidenziato dalle parole del Rettore- Preside Prof Attilio Lieto ” Siamo qui per ricordare, perché dalla storia e dai suoi errori si puo’ progettare un futuro sempre più positivo e propositivo. Le incombenze per il recente prestigioso incarico non mancano ma sarò sempre accanto a tutte le iniziative come queste sostenute con passione e competenza.” A trarre le conclusioni e’ lo stesso Prof. Caruso che dichiara:” Ringrazio tutti per aver fatto in modo che i ragazzi fossero emotivamente coinvolti, alla stessa ora di quei tragici eventi. Abbiamo rispettato le indicazioni del laico psicanalista Massimo Recalcati e del nostro Vescovo Mons.A iello che, in vista dell’inizio dell’anno scolastico, hanno entrambi auspicato che docenti e alunni fossero testimoni e portatori della luce del sapere e della verità delle conoscenza. Se mortifere furono le bombe, non lo sono certo questi momenti formativi ed informativi che consentono ai nostri alunni di studiare ed esser buoni, proprio come voleva quel De Sanctis che tanto’ amo’ la loro scuola”!


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