«Non mi sono proposto, ma sono stato proposto. La mia è una candidatura di servizio. Area Democratica è il gruppo in cui ho sempre militato all’interno del Pd, partito a cui ho dato il mio appoggio incondizionato. Sono stato indicato proprio per la mia serietà e la mia storia pregressa». Michelangelo Ciarcia resta in attesa delle decisioni del partito, ostentando però maggiore sicurezza rispetto all’esito della gara che lo vede competere, al momento, con l’ex presidente del consiglio Livio Petitto per la seconda casella maschile nella lista di bandiera per le elezioni regionali (la prima dovrebbe andare al consigliere uscente Maurizio Petracca). «Cosa accadrà? Non lo so, se il partito riterrà di candidarmi lo farà. Altrimenti sono e resto del Pd, senza se e senza ma» dice ancora Ciarcia a margine della conferenza stampa che lo ha visto protagonista, insieme al sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto, dell’annuncio della riattivazione dei due pozzi in località Chiusa di Montoro che andranno a servire la Valle dell’Irno e il sistema idrico provinciale alle prese con una nuova ed imminente emergenza. Se i due pozzi, che dovrebbero entrare in funzione entro il 15 agosto, permetteranno l’immissione di 60 litri d’acqua al secondo, dai dati forniti dai tecnici Alto Calore i rubinetti degli irpini rischiano di restare comunque nuovamente a secco.
Dal monitoraggio completato a febbraio infatti il deficit di risorsa a disposizione, rispetto agli anni precedenti, è del 40% a fronte di una diminuzione delle precipitazioni nel primo semestre del 2020 pari al 50%, con effetti più che negativi sulla portata delle sorgenti. La sorgente “madre”, cioè quella di Montella che immette 162 litri di acqua al secondo, pari al 23% del totale, è già in calo da fine giugno, mentre negli anni precedenti iniziava a risentire del caldo, del consumo maggiorato di risorsa e della mancanza di pioggia, verso fine agosto. Un dato che preoccupa perché molto simile, come tempistica, a quello del 2017 considerato l’annus horribilis della carenza idrica in Irpinia. «E’ necessario un utilizzo responsabile dell’acqua – è l’appello del presidente Alto Calore- I consumi idrici sono aumentati, le perdite si moltiplicano, le reti sono sempre più vecchie e le risorse a disposizione sono sempre le stesse. Riattivando i pozzi di Montoro avremo la disponibilità di altri 60 litri d’acqua al secondo, quindi la Valle dell’Irno potrà usufruirne. Ma resta necessario un utilizzo attento da parte ella popolazione e non solo. Quando piove i serbatoi si riempiono, ma se l’acqua viene utilizzata anche dai comuni per irrigare ville e giardini pubblici invece di attingere dai pozzi, o dai privati per i campi o per riempire le piscine, allora non ne usciamo. Ho allertato sia i sindaci che gli amministratori comunali a vigilare e verificare eventuali usi distorti, visto che è prevista anche una sanzione penale. Quella del rifacimento delle reti idriche è la grande opera di cui l’Irpinia ha bisogno. Le reti non si rinnovano da sole: vanno manutenute e sostituite perché molte risalgono agli anni ’50 ed è evidente che non possono reggere più. Di questo deve farsene carico la Regione, ma anche le amministrazioni comunali che devono capire che i sottoservizi sono più importanti del rifacimento di un marciapiede. Le perdite che ogni anno andiamo a riparare sono notevolissime, e comportano una spesa dai 2 ai 3 milioni all’anno per la manutenzione». Tranquillizza i suoi concittadini, il sindaco di Montoro e consigliere provinciale Girolamo Giaquinto. «Montoro grazie ad un tavolo di concertazione avviato ad ottobre in Prefettura, si avvia alla riapertura dei suoi pozzi sequestrati dopo l’emergenza tetracloroetilene. La questione andava risolta in maniera energica e con un intervento risolutivo che è stato possibile proprio grazie alla convergenza di Comune, Alto Calore, Arpac e Provincia, che ha portato all’adozione del sistema dei carboni attivi. D’altra parte già avevamo a Montoro il Pozzo di Sant’Eustachio aperto, proprio grazie a questo sistema di filtraggio in grado di garantire la qualità dell’acqua. La problematica montorese si intreccia con quella molto più ampia che riguarda tutta la provincia. La crisi delle nostre falde ha dato il là ad un’accelerazione importante sui pozzi di Montoro che daranno un contributo importante all’intera tenuta idrica dell’Irpinia. Per noi montoresi è un giorno che non dimenticheremo perché arriva dopo anni, dal 2017, siamo finalmente riusciti a risolvere una problematica non di poco conto».