‘A storia è tornata, i Pratola Folk raccontano il sogno del riscatto del Sud

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“Il Sud continua ad essere penalizzato. Dai fondi del Pnrr all’autonomia differenziata l’impressione è che si faccia poco per rilanciare i nostri territori e che ancora una volta il Mezzogiorno finisca con l’essere tagliato fuori da qualsiasi possibilità di sviluppo”. Lo sottolinea Orlando Marano, anima dei Pratola Folk, nel presentare il nuovo album “’A storia è tornata” che celebra i 50 anni del gruppo nato nel 1974. dalla passione per la musica di un gruppo di giovani studenti, professionisti ed operai di Pratola, nel segno del legame forte con le radici. “Questo album – spiega – vuole essere un manifesto culturale, sono dieci pezzi che raccontano il momento difficile che vive il Mezzogiorno, dai pericoli legati all’autonomia differenziata fino all’incapacità di valorizzare appieno risorse come ambiente e turismo. Gli scenari non sono così diversi da quelli che hanno caratterizzato gli anni postunitari con il Sud depredato dal Nord e un processo di riscrittura della storia. Del resto, l’impegno sociale e politico ha sempre caratterizzato la nostra ricerca musicale, abbiamo sempre cercato di dare voce al Sud, costretto al silenzio. Un impegno evidente anche in una canzone come ‘Core e briante’, appello ai meridionali a mobilitarsi, a chiedere il rispetto dei propri diritti, come fecero i briganti all’indomani dell’Unità pronti ad opporsi all’esercito del Regno unitario”.

Uno sguardo che parte dal Sud per abbracciare le emergenze del nostro tempo come in “Averra” in cui “ricordiamo come la guerra la decidano i ricchi e la combattano i poveri. Una storia che si ripete sempre uguale”. In “E femmene co’ ‘o mangia’” rendiamo omaggio alla tradizione enogastronomica locale e alla bellezze delle donne per ribadire come le eccellenze del territorio possono avere un ruolo cruciale per rilanciare l’Irpinia. Di qui la necessità di investire sull’enogastronomia”. Un album che è anche un viaggio indietro nel tempo come in “Ballata pratolana” in cui rivivono i personaggi della Pratola di 50 anni fa.

Un racconto della società tra passato e presente che torna anche in “Tiemb e verra” in cui “la speranza è che ciascuno si rimbocchi le maniche e vada avanti, senza più lamenti, cercando di riappropriarci delle nostre vite, dopo la pandemia”. Fino alla rilettura di una favola di Fedro “’A volpe e ‘a cicogna’ per ricordare come si raccoglie ciò che si semina”. E spiega la particolarità dell’album “Abbiamo suonato la nostra musica, accordando gli strumenti alla frequenza 432Hz, che secondo alcuni studi scientifici è l’unica capace di garantire benessere e senso di pace. E’ la nostra transizione ecologica”. Marano non risparmia critiche ai protagonisti dell’attuale scenario musicale “Si è perso di vista il talento e la parola artista viene usata anche per chi non la meriterebbe. Anche nelle sagre si preferiscono le selezioni dei dj alle esibizioni dal vivo, Da parte nostra portiamo avanti la nostra ricerca legata alla musica popolare, partendo sempre dalla tradizione ma senza disdegnare il contributo che può arrivare dalle nuove tecnologie”.

Una stori, quella dei Pratola Folk, che non si è mai interrotta. A comporre la formazione, insieme al leader Orlando Marano, Gerardo Santoro alla voce, Armando Acone al mandolino, Armando Marano alla fisarmonica, specializzatosi anche come tecnico audio-video, Achille Marano alla chitarra e mandaloncello, Enzo Ranaudo al basso, Francesca Mazzarella, alla voce, Mario Parziale, alla tammorra e Marco Spineli alle percussioni, Giuliano Acone al mandolino e mandola. A collaborare all’album lo scrittore Gerardo Picardo, autore di canzoni come “Core e briante” e “Tiemb e verra”. Sulla copertina dell’album l’acquerello dipinto da Maurizio De Vita, che raffigura un uomo su una sedia intento a leggere un giornale mentre una ragazzina sbircia quelle pagine, come a sottolineare il legame tra generazioni. L’album sarà presentato, nell’auditorium Papa Giovanni Paolo II a Pratola, il 23 novembre, nell’anniversario del sisma



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