Acido ialuronico, il direttore d’orchestra della nostra salute

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Ripara e mantiene giovane la pelle, dà sollievo alle articolazioni, protegge e idrata gli occhi. Ecco i segreti di una delle molecole più intelligenti e multitasking

Duecento milligrammi per ogni chilo di peso corporeo: è questa la quantità di acido ialuronico presente naturalmente nel nostro organismo, soprattutto nel derma e nell’epidermide, ma anche nelle cartilagini articolari e nel liquido sinoviale della articolazioni, nei tendini e nell’umor vitreo dell’occhio.

Un vero direttore d’orchestra del nostro corpo, visto che comunica in modo intelligente con i globuli bianchi, i fibroblasti, i cheratinociti e tutte quelle cellule che hanno a che fare con i processi di riparazione tissutale. Peccato che la sua produzione diminuisca già a partire dai 25 anni, per arrivare solo a un 25% di quello che fabbrichiamo da bambini dopo i 65. Per fortuna, grazie alla ricerca, è possibile riprodurre questa molecola in laboratorio.

Dai batteri buoni

Una volta si otteneva questa preziosa sostanza da vari tipi di tessuti animali. «Oggi, grazie alle biotecnologie, si produce dalla fermentazione di particolari batteri “buoni” appositamente selezionati», spiega la dottoressa Erana Delija, medico responsabile dell’area terapeutica skincare di Fidia, l’azienda che nel 1963 ha lanciato il primo prodotto a base di questa molecola.

«Il risultato è un acido ialuronico concentrato, purissimo e non immunogenico: il nostro sistema immunitario lo riconosce come naturale e quindi non ha reazioni o lo combatte».

Un riparatore

Queste formulazioni farmacologiche nate dalle tecnologie più avanzate consentono di produrre una vasta gamma di formulazioni topiche, iniettabili o assumibili per via sistemica. Sono utilizzabili in dermatologia, per favorire la guarigione di molti tipi di lesioni cutanee (dove dà il meglio di sé), ma anche per ridare alla pelle quella elasticità che con il calo della presenza di acido ialuronico viene a mancare, e che si manifesta con le rughe ma anche con le ferite che si rimarginano più lentamente di una volta.

E poi è in largo uso in reumatologia, per il trattamento di molti problemi articolari: in carenza della preziosa sostanza Infatti, le articolazioni diventano spesso dolenti.

Infine il suo utilizzo è diffuso anche in oftalmologia, per esempio per gestire al meglio la secchezza oculare. Insomma, si tratta di una sostanza altamente riparatrice, necessaria per il nostro organismo perché ne sostituisce i mattoni danneggiati o che non produciamo più fisiologicamente. Un vero multitasking nei processi di guarigione e cicatrizzazione, interni ed esterni, dalla pelle in poi.





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