Acqua Bene Comune: “De Luca privatizza l’acqua direttamente dalla fonte”

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Ieri pomeriggio una delegazione del Coordinamento Acqua Pubblica della Campania ha incontrato l’assessore all’ambiente e vice presidente regionale Fulvio Bonavitacola.
L’incontro è avvenuto in seguito alla petizione lanciata dal Coordinamento (la petizione può essere ancora firmata su https://chng.it/wJ8ZvQsZqj ) in cui si chiede una gestione della Grande Adduzione dell’acqua in Campania attraverso un soggetto totalmente pubblico.
La Grande Adduzione comprende la grande distribuzione dell’acqua proveniente dalle sorgenti del Garigliano, del Biferno, di Cassano Irpino e della diga di Campolattaro e serve 4 milioni di cittadini campani.
L’amministrazione De Luca con la delibera di giunta n. 312 del 31/05/2023 ha previsto, invece, “di creare – si legge in una nota del Comitato Sannita Acqua Bene Comune – una società mista pubblico/privata affidando al mercato il bene più prezioso che abbiamo. La distribuzione verrà di fatto gestita dalle multi – utilities quotate in borsa e l’acqua da bene comune diverrà una merce da cui trarre lauti profitti.
La scelta dell’amministrazione De Luca è completamente sottomessa alle decisioni del Governo Meloni che, in continuità con il precedente Governo Draghi, punta alla privatizzazione dell’acqua del sud Italia attraverso una costituenda “Acque Sud Spa”.
Il Coordinamento Acqua Pubblica della Campania è totalmente contrario alla scelta di privatizzazione dell’acqua, sia da parte di De Luca che della Meloni, poiché disattende completamente la scelta operata da 26 milioni di Italiani nel referendum del 2011.
La Regione da una parte si è impegnata a sostenere la scelta dei Comuni del Distretto Napoli Nord per la creazione di una SPA totalmente pubblica per l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato. Dall’altra parte, invece, il Coordinamento regionale ha registrato la chiara volontà di non voler mettere in discussione la privatizzazione della grande adduzione. Alla nostra richiesta per la convocazione di un tavolo tecnico, con rappresentanti del Comitato, esperti giuristi e costituzionalisti, ci è stato risposto che la scelta mista pubblico privato non sarà modificata. Noi siamo nettamente contrari ad una scelta che apre le porte agli speculatori del Nord che mirano a fare profitto su una risorsa vitale come l’acqua. Una scelta che ricadrà anche sulle generazioni future ed in modo particolare sulle persone più fragili.
Occorre una mobilitazione corale: forze politiche, organizzazioni sociali, comitati di cittadini, sindacati, rappresentanti istituzionali, comuni e città metropolitana, perché è in gioco il futuro dei cittadini Campani”.


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