Un altro passo in avanti nel lungo e complicato percorso di miglioramento del servizio idrico in Italia, e, soprattutto, nel Mezzogiorno.
Il Governo ha dichiarato di accogliere l’ordine del giorno a mia prima firma, approvato anche dalla Camera dei Deputati, che solleva sia il problema della possibile carenza di acqua nel periodo estivo che quello della depurazione delle acque reflue. Gli esperti invitano tutti a lavare le mani, per questo motivo sto lavorando affinché non ci siano interruzioni del servizio durante l’estate.
Le attuali restrizioni alle attività economiche e sociali devono essere accompagnate da adeguate condizioni di vivibilità negli ambienti domiciliari, nelle strutture sanitarie e nei luoghi di lavoro, anche allo scopo di garantire il rispetto delle prescrizioni igienico-sanitario, sia sociali che individuali, dirette a prevenire il contagio da Covid-19. In tal senso, è assolutamente necessario, per di più in prospettiva della graduale ripresa delle attività economiche, che anche i gestori del servizio idrico integrato assicurino ottimali livelli di erogazione dei servizi idrici, nonché adeguati servizi di depurazione delle acque. Inoltre, la prevista “fase 3” che accompagnerà la graduale ripresa di varie attività economiche e sociali, non potrà prescindere dal rispetto di tali parametri, soprattutto durante il periodo estivo. In particolare, alcuni gestori del servizio idrico integrato a capitale pubblico versano in condizioni finanziarie e patrimoniali caratterizzate da forti passività in bilancio, determinando, inevitabilmente ripercussioni sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini dei territori interessati.
Abbiamo impegnato il Governo ad adottare i provvedimenti per incrementare l’ammodernamento delle infrastrutture di captazione e distribuzione della risorsa idrica, nonché per sostenere gli interventi di potenziamento ed adeguamento delle infrastrutture di depurazione delle acque, come indicati nella procedura di infrazione verso l’Italia, la n.2014/2059, soprattutto stanziando le necessarie risorse alle Regioni ed ai Comuni.
Si sottolinea, infatti, come il parere motivato indirizzato alla Repubblica Italiana, a titolo dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e riguardante la violazione degli articoli 3, 4, 5 e 10 della Direttiva del Consiglio 91/271/CEE, del 21 maggio 1991, metta in evidenza profonde lacune registrate in Italia nel trattamento delle acque reflue urbane.
Impegnando il Governo ad uno stanziamento di fondi, intendiamo migliorare la qualità dei servizi offerti, incentivando, di conseguenza, il rispetto di prescrizioni igienico-sanitarie, sia individuali che sociali, nel corso delle successive fasi dell’emergenza Covid-19, sino a tutto il periodo estivo. Il prossimo passo da fare sarà quello di intervenire in maniera più organica sulla gestione del servizio idrico integrato.