“Nonostante i suoi sforzi e le sue rassicurazioni, il sindaco Gianluca Festa non riesce proprio a convincere quando ribadisce che, la volontà di procedere all’acquisto di abitazioni private da utilizzare come alloggi popolari, è mossa soltanto dall’intenzione di ‘garantire nel minor tempo possibile le case agli aventi diritto, alle famiglie in difficoltà’. Soprattutto ora che sono arrivate in Comune le risposte da parte degli imprenditori pubblici che hanno aderito al programma, l’operazione si fa ancora più opaca e tale da destare fondati sospetti sulla sua legittimità”. Lo dichiara l’associazione Controvento.
Secondo gli esponenti dell’associazione si tratta di un “procedimento dall’improvvisazione pasticciata che si presta a mille insidie soprattutto per la città di Avellino, per la sua comunità, per i tanti che sono in attesa di una risposta al proprio bisogno abitativo – denunciano. Non è, insomma, ciò che serve per definire una seria politica per la casa. E’, al contrario, un progetto che richiama il forte sospetto di un pericoloso conflitto d’interessi che si insidia nelle motivazioni e nei passaggi amministrativi, tale da confermare la prossimità ormai invadente tra le azioni del sindaco e quelle dell’imprenditore Angelo Antonio D’Agostino, che in piena evidenza lo ha sostenuto e lo sostiene ancora direttamente”.
Per evitare che ci si trovi di fronte a fantasmi “come Festa li ha definiti” e per garantire se non la qualità politica, almeno la piena trasparenza amministrativa, l’associazione “Controvento” ha individuato alcuni punti di straordinaria rilevanza che intende porre all’attenzione.
“I fondi a disposizione del Comune sono destinati non all’acquisto di nuovi alloggi, ma alla ristrutturazione del patrimonio di abitazioni pubbliche esistente in città – ricordando gli esponenti dell’associazione. L’amministrazione ha chiesto alla Regione Campania di poter utilizzare 10 milioni di euro in questa nuova direzione. La Regione deve ancora dare assenso a tale procedura. Il patrimonio vetusto che fine fa? Rimane tale? Non sarebbe meglio continuare con politiche di sostituzione edilizia?”.
C’è, poi, un tema che solleva l’associazione e che riguarda l’area in cui sorgono i palazzi acquistati qualche anno fa da D’Agostino, a San Tommaso, precedentemente realizzati da Ercolino. “L’area, primo Piano urbanistico attuativo approvato dopo l’operazione che portò alla sfiducia ad Antonio Di Nunno e alla sua giunta, prevede un 40% di edilizia pubblica e 60% di edilizia privata – ricordano dall’associazione. Con nuovi atti di programmazione da approvare in consiglio comunale andrebbe riequilibrato il rapporto tra edilizia pubblica e privata per la quota eccedente il 40% dell’area D’Agostino – spiegano. In virtù di tale riequilibrio potrebbe accadere che altre aree miste di edilizia pubblica e privata diventino tutte edilizia privata”.
Operazione, questa ipotizzata da Controvento, che se portata a compimento finirebbe per agevolare non solo D’Agostino, ma anche altri imprenditori in questo riequilibrio in aree miste a edilizia pubblica e privata. “La procedura più corretta e trasparente, al di là dei conflitti, rimane quella della variante urbanistica con l’intero schema di procedure e passaggi che ciò comporta – spiegano. Se si ha intenzione davvero di andare avanti, si prenda questa strada e si chiarisca in sedi pubbliche istituzionali quale perverso disegno urbanistico si intende proseguire”.